ESCLUSIVA - Coletta futuro in bilico, venerdì la verità: "Ho chiesto al presidente di cambiare le cose... O mi fanno terminare il lavoro in un certo modo oppure continueranno senza di me..."

Le effigi dell’aquila sul petto, le piccole casacche bianco e celesti che inseguono sul campo il sogno di diventare calciatori. La Lazio dei baby, la Lazio che verrà. Quella che muove i suo primi passi tra aspettative e desideri, quella che risponde agli ordini del Generale Giulio Coletta. A sipari calati e vacanze inoltrate, nel laboratorio segreto della Lazio del futuro è tempo di scelte. Progetti e prospettive, che debbono sposarsi inevitabilmente con decisioni e programmi. Giulio Coletta è al giro di boa nel gestire la Lazio degli aspiranti campioni ed ha voglia di nuove certezze. “Dentro o fuori” è il caso di dire e nel decidere il suo destino ha chiesto fiducia. L’ha chiesta all’amico di sempre, il presidentissimo Claudio Lotito e lo ha fatto ieri sera nelle segrete stanze di Villa San Sebastiano. Un connubbio biancoceleste nato circa otto anni fa, quello fra Coletta e la Lazio un connubbio che iniziò nel momento in cui Lotito si insediò ai vertice del club. “Sono ormai diversi anni che curo il settore giovanile – ha spiegato in ESCLUSIVA a Lalaziosiamonoi.it Giulio Coletta – in pratica da quando il presidente iniziò nella Lazio. Io e lui siamo grandi amici da trent’anni e a differenza di chi ha lavorato o lavora con lui ora a noi ci unisce un rapporto stretto, diretto”. È proprio quell’intesa fatta di sguardi e parole, che ieri ha spinto il generale a bussare alla porta del Presidente biancoceleste per chiarire: ruoli, posizioni e progetti. “C’e’ da definire il futuro del settore giovanile – ha spiegato Coletta – ed io ho voluto illustrare i miei progetti al presidente. Ho fatto le mie richieste e lui si è preso del tempo per decidere. Credo di aver contribuito a costruire un settore giovanile che invidiano tutti. Perciò ci rivedremo venerdì e a quel punto capiremo…”. Un breve silenzio, un attimo di souspance per riprendere fiato e poi continuare: “Cosa c’è da capire? Semplice o si decide di farmi completare il lavoro in un certo modo oppure continueranno da soli, senza di me…”. È un Coletta risoluto quello che spiega il retroscena di un incontro consumato segretamente nella notte. La motivazione è sempre la stessa e la voglia di custodire le giovani aquile biancocelesti pure: “Io ho cominciato un lavoro anni fa ed ora i risultati iniziano ad arrivare. Tra l’altro non bisogna dimenticare che è un lavoro portato avanti senza grosse disponibilità economiche e credo che quel che abbiamo ottenuto sia di buon livello. Perciò occorre cambiare qualcosa: innanzitutto ho chiesto la direzione del settore giovanile dagli Allievi Nazionali in giù (oggi dirige dagli allievi regionali alla scuola calcio, ndr) e questa è un’esigenza a cui non posso più rinunciare. È diventato infatti impossibile proseguire a compartimenti stagni, considerando il fatto poi, che tra le varie parti non c'è dialogo (con Tare, ndr)”. Il generale biancoceleste ripercorre le tappe di un settore giovanile che secondo lui in questi anni è stato frenato da diversi errori: “Ricordo quando si commise lo sbaglio di dividere il nostro settore giovanile. Erano gli anni di Sabatini e il presidente scelse di affidargli la Primavera, anche perché nella Lazio a quei tempi Sabatini aveva poca operatività per le note vicende (inibizione, ndr). Da lì vi furono continuamente screzi e difficoltà, sino ad arrivare ad oggi. Ora le cose vanno cambiate e l’ho detto a Lotito”. Tra aspettative e progetti Coletta risponde alle critiche spesso mosse alla sua gestione: “Sento spesso dire che la Lazio non lancia più campioni. Bèh anche in passato di giocatori forti dal settore giovanile biancoceleste non ne uscivano a flotte. Eccezzion fatta per Di Canio, Nesta e Di Vaio direi che grandi giocatori ne sono usciti uno gni quindici anni. Pure De Silvestri è arrivato in serie A, ma il merito è il suo non il mio. E poi c’è un però…”. Coletta si prepara a caricare il suo arco prima di scoccare la freccia velenosa: “Mi chiedete quale? Tutti questi giocatori stranieri. L’altro giorno abbiamo giocato contro i ’97 del Parma ed in squadra avevano sette ragazzi straneri. Come si fa a mantenere rigoglioso un settore giovanile quando assistiamo alla rincorsa del giocatore oltreconfine. Anche in Primavera succede questo, ma io non sono per niente d’accordo. Non è una mia scelta. Per me il settore giovanile deve esser composto da ragazzi italiani. Credo nei nostri talenti e penso alla nazionale, penso alla nostra Serie A e capisco che con questo trend adremo alla rovina. Si acquista all’estero anche fra i più giovani e questa ormai è diventata una consuetudine, ma bisognerebbe chiederci il perché. Questo è un discorso complesso che andrebbe affrontato meglio. Io tali scelte nella Lazio non le avrei praticate. Vedremo poi i risultati”. Dunque richieste confezionate da Coletta e palla che passa a Claudio Lotito. La partita della nuova gestione del settore giovanile biancoceleste è appena iniziata. Venerdì arrivrano risposte e progetti. La Lazio che si forma e si fa bella, la Lazio che punta al domani. Sogni di un calcio che verrà, sul quale la prima società capitolina dovrà decidere di puntare forte se vorrà tornare grande. Lotito prende tempo e riflette. Stavolta non si può più sbagliare