Lazio, le accuse di Gasperini e il vento che diventa tempesta: ecco i perché del no all'Atalanta
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Manca una settimana, ma Atalanta-Lazio fa già parlare di sé. La causa del gran discutere è la richiesta dei bergamaschi di anticipare di un giorno il match, così poi da avere 24 ore di riposo in più per preparare la trasferta a Valencia valida per il ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Richiesta lecita quella della società guidata da Percassi, domanda inoltrata sia alla Lega di Serie A, sia alla Lazio. L’organismo che rappresenta i club della massima serie non s’è imposto, ha lasciato che a vedersela fossero Lotito e Percassi, facendo però filtrare che un sì biancoceleste sarebbe stato gradito. La Lazio, però, ha deciso di non avallare la richiesta atalantina, di rimanere ferma sulle sue posizioni, così Atalanta-Lazio non verrà anticipata a venerdì 6 marzo, ma rimane in calendario a sabato 7 alle ore 18. Perché il club capitolino ha deciso di fare muro e non dare il proprio placet alla domanda nerazzurra? I motivi sono vari, ma ce n’è uno in particolare che ha spinto la Lotito a rifiutare.
MOTIVI - Partiamo dai “vari”. La Lazio sa che per la partita di Bergamo sono stati venduti già oltre mille biglietti del settore ospiti, con annesse spese per treni, aerei, affitto auto che molti tifosi hanno già effettuato e il club ha voluto tutelare la passione dei propri sostenitori che si annunciano in circa 2500. L’ipotesi porte chiuse rimane, ma al momento non ci sono indicazioni e quindi la Lazio non ha alcuna intenzione di mettere in difficoltà i tifosi. C’è poi la questione infermeria, lo ha ribadito Inzaghi in conferenza stampa: “Uno-due giorni in più per recuperare sono utili, soprattutto per giocatori come Acerbi e Marusic”. Già, la Lazio sta facendo i conti con diversi infortuni, è un momento particolare, gli stop si stanno concentrando in una fase in cui si gioca una volta a settimana, è un paradosso, ma bisogna fare i conti con la sfortuna e cercare di limitare i danni. Ventiquattro ore in più possono essere manna dal cielo e nello sport competitivo, contro una diretta concorrente, è lecito anche sfruttare a proprio vantaggio il calendario.
GASPERINI - Ma l’aspetto che più ha influito è un altro. Lotito è furioso con l’Atalanta e con Gasperini in particolare per le esternazioni post finale di Coppa Italia e soprattutto quelle successive alla sfida d’andata di campionato. Ma ripercorriamo i fatti: Lazio-Atalanta finisce 3-3, i bergamaschi chiudono il primo tempo in vantaggio di tre reti e poi vengono rimontati nella ripresa dalla doppietta di Immobile su rigore e dal gol di Correa. Ai microfoni di stampa e tv, Gian Piero Gasperini offre uno show clamoroso, si scaglia contro l’arbitraggio di Rocchi, ma soprattutto contro Immobile additato come un tuffatore e contro la Lazio “contro cui succede sempre qualcosa”. L’accusa è pesante, nemmeno troppo velata, quasi come se i biancocelesti fossero squadra del sistema, aiutata sistematicamente dagli arbitri: “È stata una grande Atalanta, abbiamo fatto una prestazione notevole, ma l'avremmo fatta anche nel secondo tempo se ce l'avessero permesso, ma la Lazio è stata rilanciata in qualche modo”. Antipasto di quanto verrà dopo: “Gli episodi contano, ci abbiamo perso una Coppa Italia contro di loro. Nel primo caso, Immobile passeggia e poi fa un bel tuffo. Ma che roba è questa qua? Non scherziamo, prima fa un passo e poi si tuffa. Se parliamo di calcio l'Atalanta è stata grande e va bene così. Nel secondo rigore Immobile mette il piede davanti a De Roon, non è rigore neanche quello, non sono mai d'accordo, tutta la vita, è stata una furbata. In ogni caso usciamo con un risultato positivo, peccato che qui a Roma ogni volta c'è sempre qualche episodio pesante. Ricordo ancora la Coppa Italia, dove non si è mai vista una cosa del genere”.
REAZIONE - Dichiarazioni gravi, accuse dirette, antisportive. Uno scempio a cui la Lazio rispose con un comunicato, difendendo Immobile, una presa di posizione contro le parole inqualificabili di un allenatore non nuovo a uscite simili nei confronti di altri tesserati e per questo - raccontano diversi rumors - non amatissimo nell’ambiente e da diversi colleghi (ricordate l’episodio con Maran?). Il j’accuse di Gasperini non è mai stato digerito a Formello, un momento di non sport considerato difficile da accettare. Chi semina vento raccoglie tempesta. Dice un vecchio detto. Un proverbio che s’adatta bene alla situazione perché c'è un altro aspetto da considerare. La società Atalanta non s’è mai dissociata dalle parole del proprio allenatore, anzi ha risposto al comunicato della Lazio, evitando di gettare acqua sul fuoco e rincarando la dose e anzi permettendo che l'allenatore parlasse così, giorni dopo, alla vigilia della sfida di Champions con il City: "Non mi sono pentito delle parole. Io ho commentato un episodio e di questo sono straconvinto. Non è un attacco alla professionalità di Immobile, è demenziale il comunicato della Lazio. Pensiamo alle cose importanti, queste sono cose micragnose". Un comportamento che ha compromesso i rapporti tra le due società e che oggi l’Atalanta e il suo allenatore scontano. La Lazio non ha alcuna intenzione di venire incontro a chi in passato ha accusato la società e il suo giocatore più importante di scorrettezze, di antisportività e di trarre a sé favori arbitrali. Chissà, se la prossima volta, Gasperini deciderà di misurare le parole ed evitare sciocchezze come quelle dette a ottobre…