Lazio, tutto su Jony (e sul perché i tifosi dell'Alavés se ne sono innamorati)

Professionalità integerrima, velocità e assist. I tifosi dell'Alavés l'hanno amato, e adesso la Lazio è pronta ad accoglierlo: ecco chi è Jony
06.07.2019 07:15 di  Laura Castellani  Twitter:    vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, tutto su Jony (e sul perché i tifosi dell'Alavés se ne sono innamorati)

Un'altra freccia nell'arco di Simone Inzaghi. Un treno sulla sinistra, che promette alta velocità e manovre divertenti lungo il viaggio. La Lazio è pronta ad accogliere Jonathan Rodriguez Menédez, meglio conosciuto come Jony. Manca solo l'ufficialità, poi sarà a tutti gli effetti un giocatore biancoceleste. Esterno sinistro duttile, uno pronto a far rifiatare Lulic aspirando alla maglia da titolare. I suoi marchi di fabbrica sono l'attitudine all'assist e alla velocità. Spinte inarrestabili sulla fascia, dribbling e piedi buoni per provare anche a buttarla dentro. Secondo Juan Ramón Muñiz (tecnico del Malaga), nella sua ultima stagione ha dato il meglio di sé. "Ha giocato a livelli pazzeschi all’Alavés". Sarà anche per questo che i tifosi del club spagnolo se ne sono innamorati.

JONY, QUETADE! - Un colpo di fulmine, quello con i sostenitori dell'Alavés. Tanto da pregarlo sui social: "quetade!". Resta con noi. Impossibile: alla fine del prestito, dopo il ritorno al Malaga condannato in Segunda Division, il grande salto, inevitabile, lo attende. Ha deciso di buttarsi. Si è scostato dalle sirene valenciane e ha scelto la Lazio. È nato a Cangas del Narcea, un paese delle Asturie di 15 mila anime, dove l'architettura medievale e quella barocca si incontrano nella macchia di foresta in cui vive l'orso bruno cantabrico. Dal leone rampante rappresentato nello stemma della sua città, deve aver mutuato il temperamento, Jony. I primi calci al pallone li ha dati nelle giovanili del Real Oviedo, poi nella cantera blaugrana. Dopo il lungo peregrinare in Segunda Division e il lancio in Liga nell'ultima stagione, si alza l'asticella e la Serie A è l'ennesimo banco di prova. Sarà pronto per la Lazio? Risponde ai nostri microfoni Jon Dos Santos, giornalista del quotidiano iberico Marca, per il quale segue le vicende dell'Alavés. E non ha dubbi: "Assolutamente sì. Durante quest'ultima stagione è cresciuto enormemente ed è diventato un grande giocatore. Lo ha dimostrato in Liga davanti a squadre come Real Madrid, Barcellona e Siviglia, contro cui ha fatto ottime partite. E poi, le grandi sfide non lo spaventano". 

VELOCITÀ A SERVIZIO DELLA LAZIO - Corsa, fiato, dribbling: Simone Inzaghi ritrova sulla fascia tutte le carte che l'esterno ideale deve avere nel suo mazzo. E che alla Lazio sono un po' mancate, nell'ultima stagione. Basti pensare che, quanto a gente brava a saltare l'uomo, numeri alla mano, il tecnico piacentino abbia potuto contare prevalentemente sul solo Correa."Jony è un giocatore veramente molto veloce, a cui piace affrontare l'avversario", ci spiega Dos Santos. "La sua principale caratteristica è l'estrema velocità, ma è bravo anche a fornire assist ai compagni. In questa stagione, è stato il terzo più prolifico assistman della Liga. Parliamo di un giocatore abile, uno a cui piace attaccare e cercare il gol. Ha anche un buon tiro da fuori area". Unico punto debole: la fase difensiva. "Ripegarsi indietro per lui è più faticoso - conferma Dos Santos - è un giocatore più offensivo". Qualità e duttilità: si adatta bene al 3-5-2 classico di Inzaghi, ma può essere impiegato anche in un 4-4-2 o 4-3-3. Permettendo così al tecnico di spaziare tra le diverse possibilità, cedendo a tentazioni funambolesche senza fossilizzarsi su un modello reiterato. 

PROFESSIONISTA - Il vecchio e abusato stereotipo del genio sregolato mal si cuce addosso a Jony. Più un talento morigerato, più il professionista integerrimo. Non per questo, l'atleta snob e altezzoso focalizzato solo su sé stesso. I tifosi dell'Alavés impazzivano per lui: "In questa stagione è stato uno dei giocatori più importanti per i tifosi, per quello che ha fatto vedere in campo e fuori. Lui è uno che si ferma sempre a fare foto con i fan, sempre disponibile a firmare autografi o a parlare con loro. È un giocatore molto vicino ai propri sostenitori. Penso che i tifosi dell'Alavés lo avrebbero tenuto a vita, ma purtroppo per loro questo non era possibile". Dedizione, costanza, impegno. Per Jon Dos Santos, non ci sono dubbi sul fatto che la sua maglia a fine partita (ma anche al termine dell'allenamento) sia una delle più bagnate: "È un giocatore responsabile che ha a cuore la sua professione. Non si concede mai degli eccessi. Si impegna sul campo e si prende cura di sé stesso fuori".

JONY, TUTTO CASA E CAMPO DA CALCIO - Prendersi cura di sé stesso: un'attenzione necessaria. Perché non è sempre stato tutto così facile, per Jony. Prima di sbarcare al Gijon e incontrare mister Abelardo, stava quasi per appendere gli scarpini al chiodo. Il mister gli ha dato fiducia - "Un giocatore, per rendere, ha bisogno della fiducia del proprio allenatore", commentava Jony a riguardo - e l'ha fatto crescere. Oltre a indirizzare significativamente la sua filosofia di gioco: "Abelardo mi ha chiesto di essere sfacciato, molto verticale, di cercare l'uno contro uno". Ma per farlo, Jony ha dovuto reagire: "In passato ha avuto problemi di sovrappeso", spiega Juanje Fernandez, cronista per Marca di base a Malaga. Il primo anno in Andalusia è stato più complicato del previsto anche per questo: "I tifosi erano arrabbiati e lui non riusciva a superarlo". Un ostacolo che l'esterno si è messo alle spalle con la solita tenacia e forza di volontà. "È vero, ho la tendenza a ingrassare e in passato ho giocato in sovrappeso. A volte, nel calcio, l'umore e la fiducia sono più importanti", confermava il diretto interessato. A novembre 2017, pesava sette chili in meno rispetto all'anno precedente: "Oggi è un giocatore diverso", commentava con entusiasmo mister Míchel. "È attentissimo alla dieta e al suo stile di vita", aggiunge Dos Santos. Insomma, di sicuro non gli manca la grinta necessaria per prendere di petto i problemi e portare a casa i risultati. In ogni caso, al termine degli allenamenti scordatevi di intercettarlo al centro della movida romana. "Jony è un tipo a cui piace viversi la famiglia - spiega Dos Santos -. Ha due figlie (Valeria e Daniela, la secondogenita nata proprio lo scorso due luglio, ndr), ama andare in giro con loro o stare a casa e godersi gli affetti". Insieme, ovviamente, alla donna della sua vita: Teresa. Casa, famiglia e sport: dosate gli ingredienti, ed ecco Jony. Oltre al calcio, l'altra passione è la corsa: proprio qualche settimana fa, metteva le scarpe ai piedi e partecipava a una maratona. Perché il campionato sarà pure finito, l'aria sarà pure torrida e le vacanze ormai nel vivo. Ma guai a fermarsi. 

UOMO SPOGLIATOIO - Un uomo solare, cha ha affrontato ostacoli, dedito al lavoro: il rischio di cadere nella narrazione agiografica è dietro l'angolo. A maggior ragione dopo la visita che l'ex Gijon ha fatto, a giugno, ai bambini all'Escuela de Fútbol de Mareo, ai quali ha anche regalato una sua maglia da gioco. Il carattere e il temperamento di Jony sono risorse utilissime anche a servizio della squadra: "Nello spogliatoio è un punto di riferimento". Tra le fila dell'Alavés, sembra abbia stretto soprattutto con Manu Garcia e Fernando Pacheco. "È molto amico di Ibai Gomez, anche se lo scorso dicembre è andato all'Athletic Bilbao. In campo aveva un grande feeling con Jonathan Calleri". Ovunque sia andato, ha saputo costruirsi salde amicizie. È rimasto in ottimi rapporti con i compagni delle giovanili della Nazionale e del Barcellona (Ivan Balliu e Marc Muniesa su tutti) e con quelli incontrati al Gijon (proprio qualche giorno fa, Carlos Carmona convolava a nozze e Jony figurava tra gli invitati). Con Luis Alberto, invece, già si conoscono. I due spagnoli si sono già lanciati qualche messaggio sui social, si incontreranno nella Capitale. Insomma, si sarà capito: di sicuro, Jony non è il tipo che minaccia di sfasciare gli equilibri di uno spogliatoio: "È uno che va d'accordo con i compagni, non ha mai avuto problemi con nessuno, né qualcuno si è mai lamentato di lui". L'identikit perfetto. E adesso, spetta alla Lazio goderselo.

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Pubblicato il 5 luglio alle ore 08:00