Lazio in finale, Inzaghi è il Re di Coppe: tutte le carte vincenti del mister biancoceleste
La scatto per abbracciare Correa due anni dopo quello per accompagnare il contropiede di Immobile. Due corse sfrenate a suggellare i gol decisivi per l'approdo in finale. Semifinali in fotocopia, attimi felici legati dalla stessa pazza gioia. Simone Inzaghi e i suoi ragazzi, assi di Coppe sotto la guida del Re. Sarà la terza finale in tre anni per il tecnico biancoceleste, affezionato alla Coppa Italia come ad una vecchia amica. Giocarsi un trofeo è un vizio di lusso che - fin dai tempi delle giovanili - non riesce proprio a togliersi.
LA GAVETTA - Che Inzaghi abbia un feeling particolare con le coppe, lo si nota già in Primavera. Tre anni alla guida della baby Lazio gli sono bastati per disputare quattro finali, due di Coppa Italia e due di Supercoppa, e metterne tre sul palmarès. È facile allora prenderci gusto, alzare trofei è lo scopo ultimo del calcio e Inzaghi sembra esserne particolarmente avvezzo. Il finale di stagione convulso, e senza coppe, nel quale approda sulla panchina della prima squadra non può permettergli di confermare il trend positivo. Ci vorrà un altro anno. Una buona partenza in campionato, la Lazio all'inizio di un ciclo e la classifica che sorride non bastano. Serve qualcosa di tangibile che possa consacrarne le doti e riconoscerne l'abilità in panchina. Serve un trofeo.
LA CONSACRAZIONE - Prima del 31 gennaio 2017, a dimostrazione di come la storia spesso sia ciclica, la Lazio di Inzaghi non aveva ancora vinto un big match. Quarti di finale, San Siro, Inter-Lazio. Un mese prima sullo stesso campo Pioli aveva strapazzato la sua ex squadra 3-0, ma la Coppa Italia è il regno del tecnico biancoceleste e il finale è ben diverso: 2-1 esterno ai nerazzurri, la Lazio in semifinale affronterà la Roma. Sarà la prima di tre semifinali consecutive, nessun allenatore biancoceleste aveva raggiunto tale traguardo prima di Simone Inzaghi. Il doppio confronto nei derby di coppa è quello che consacrerà definitivamente il piacentino, e la corsa al gol di Immobile resterà negli annali della Società biancoceleste.
RE DI COPPE - Ogni Re bramoso di conquista, prima o poi, dovrà affrontare la battaglia che ne scriverà il destino. Sulla strada di quella Lazio si presenterà un'altra regina di coppe, la Juventus di Allegri schiacciasassi e speranze di vittoria. Poco importa, la prima battaglia va ai bianconeri ma la guerra è ancora lunga. La seconda finale dell'era Inzaghi è la sua rivincita sul più forte. Il Re di Coppe verrà incoronato da Murgia ufficialmente anche sul trono dei grandi: la Supercoppa 2017 è della Lazio. Pochi mesi dopo, l'eliminazione contro il Milan ai rigori è un boccone amaro da mandare giù. Al Re di Coppe manca quella più importante e l'anno successivo il fato lo metterà davanti un altro Milan-Lazio, il resto è storia recente. Inzaghi abbraccia Correa, l'asso pigliatutto di una serata magica, e vola verso la terza finale in tre anni alla guida della Lazio. Solo Eriksson è riuscito a fare di meglio, giocandone - e vincendone - quattro a cavallo tra secondo e terzo millennio.
LEGITTIMARE IL REGNO - Atalanta o Fiorentina, il 15 maggio la Lazio si giocherà la possibilità di alzare il secondo trofeo dell'era Inzaghi e di conquistare la quarta finale in quattro anni di regno. Il Re di Coppe ha trovato il luogo giusto per rendere florido e duraturo il suo governo, per i biancocelesti, infatti, quella che verrà sarà la 18ª finale degli ultimi 21 anni. La 9ª in 15 anni di gestione Lotito. Sarà l'ennesima prova per Simone Inzaghi, l'ennesima battaglia per fare suo un altro terreno di conquista, il più importante. Quella Coppa Italia, vecchia amica, che ha vinto solo in Primavera. È tempo di legittimare il trono.
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