Fabrizio Piscitelli, in arte Diabolik, condannato a quattro anni per traffico di droga

24.01.2015 07:53 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Fabrizio Piscitelli, in arte Diabolik, condannato a quattro anni per traffico di droga
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© foto di Federico Gaetano

Quattro anni e 8 mesi per traffico di sostanze stupefacenti, condanna ottenuta con il rito abbreviato. Fabrizio Piscitelli, in arte Diabolik, storico fondatore degli Irriducibili, incassa un’altra pesante sentenza. Piscitelli, diviso fra Curva Nord e attività poco trasparenti, avrebbe introdotto un carico di hashish pari a 183 chili di provenienza spagnola.  A fine udienza, il capo ultrà così è tornato in carcere dove era finito nell’ottobre 2013, proprio per lo smercio all’ingrosso di droga. Per sua fortuna il giudice non ha riconosciuto il reato di associazione a delinquere che gli poteva costare una pena più grave. La stangata giudiziaria va ad aggiungersi ad un’altra, dei mesi scorsi, quando il Gico della Finanza gli ha sequestrato beni per due milioni e trecentomila euro tra case, auto, conti bancari e società frutto, secondo la Dda, del traffico di droga e di un redditizio merchandising parallelo a quello del club calcistico. E’ emerso che ‘Diabolik’ faceva soprattutto soldi con la vendita dei gadget della Lazio, fra cui il famoso Mister Enrich. Come riporta Il Messaggero a pesare sul provvedimento sono stati anche i rapporti avuti dall'imputato con Michele Senese, boss della Camorra, e il coinvolgimento nella tentata scalata alla Lazio di Claudio Lotito con minacce e capitali di dubbia provenienza, con una cordata raccolta intorno all’ex gloria della Lazio Giorgio Chinaglia. Diabolik nel settembre 2013 si era dato alla latitanza, perché ricercato per affari legati alla droga. Ha usato dei documenti falsi e la complicità di una coppia per nascondersi a Casalotti. E lì è finito in manette. A tradirlo una partita della Lazio. L’ultrà aveva ordinato delle pizze e invitato alcuni dei fedelissimi a casa per guardare i biancocelesti, però tutti erano pedinati dagli uomini dell’operazione Ginko. L’operazione era stata battezzata così per una leggenda girata negli ambienti biancocelesti, per via di una telefonata tra Piscitelli e Lotito: “Pronto, sono Diabolik…”. E io sono l’ispettore Ginko”, avrebbe risposto così il presidente della Lazio a una chiamata del capo ultrà che voleva estorcergli denaro.