'Lazio nelle Scuole', Cataldi: "Che orgoglio sentire i tifosi urlare il proprio nome!". Poi, Marusic sul FairPlay... - FT
Si è rinnovato l’appuntamento ‘La Lazio nelle Scuole’, un vero e proprio tour all’interno delle scuole elementari e medie inferiori di Roma e provincia. Tale iniziativa, già in programma da alcuni anni in casa Lazio, vede il coinvolgimento dei rappresentanti della squadra e dell'aquila Olympia. È tesa alla promozione della formazione della cultura sportiva. In quest'occasione, Marusic e Cataldi incontreranno questa mattina i bambini dell'Istituto Comprensivo Via Volsinio.
AGGIORNAMENTO ORE 10.50 - Termina il giro di domande degli alunni. Per i due biancocelesti foto di gruppo e sessione di autografi.
AGGIORNAMENTO ORE 10.30 - Partono le domande dei bambini, a cominciare da quella riguardante gli insulti ricevuti dai tifosi avversari, alla quale ha risposto Danilo Cataldi: "Può capitare di ricevere delle parole brutta da altre tifoserie, fa parte del momento. Sono cose che finiscono lì. Durante una partita c’è tanta adrenalina, può succedere, bisogna accettarlo senza pensarci più di tanto e andare avanti. Quando è bullismo? Quando vengono attaccati i più deboli in modo superficiale. Le cose brutte che si fanno poi in un certo modo tornano indietro. Uno deve cercare di andare avanti, contando sulla propria forza e sulle persone care".
Da quando pratichi calcio?
Marusic: “Da 20 anni, ho iniziato a 7. Andai a giocare con gli amici e da quel momento non ho più smesso. Gesti di FairPlay dopo un infortunio? Quando uno ha un infortunio dobbiamo sempre essere sportivi, il FairPlay è importante, soprattutto in momenti del genere”.
Come viene accolto un nuovo giocatore?
Cataldi: “Bene, è normale che sia così. Si cerca di metterlo a proprio agio il prima possibile. Poi è più facile per un nuovo acquisto italiano”.
Cosa significa il FairPlay nella vita di tutti i giorni?
Cataldi: “Nel calcio viene quasi naturale cercare di aiutarsi quotidianamente. Cerchiamo di farlo anche nel privato, di applicare i valori che ci hanno insegnato anche in famiglia. Ci proviamo”.
Esempi positivi? I tuoi idoli?
Cataldi: “Uno all’inizio prende spunto dalle partite che vedeva da piccolo. Ora lo faccio dai calciatori più esperti con cui gioco. Idoli? Mai stato un giocatore unico a cui ho fatto riferimento. In questi anni ho cercato di prendere spunto dai compagni migliori con cui ho giocato".
Cosa si prova quando i tifosi gridano il vostro nome?
Cataldi: “Una bellissima emozione, sentire urlare il proprio nome allo stadio è un motivo d’orgoglio”.
Vi vediamo come eroi, ma quanti sacrifici avete fatto per arrivare a questi livelli?
Cataldi: “Non siamo eroi, siamo persone normalissime, facciamo quello che ci piace che però viene seguito da tantissime persone. I sacrifici sono stati tanti, anche se a volte possono sembrare stupidi o poco significati. Soprattutto da ragazzi si devono fare tante piccole rinunce che poi potranno servire per il futuro”.
l vostro gol più bello?
Cataldi: “Il più bello è stato l’ultimo in Supercoppa con la Juve, non è che io ne abbia fatti così tanti. Quello che mi ha dato le sensazioni migliori è stato sicuramente quello nel derby dell’anno scorso".
Marusic: “L'anno scorso ho fatto un gran bel gol al Marsiglia in Europa League. Ma anche prima ne avevo segnato uno bello al Milan a San Siro”
Ritiro estivo?
Cataldi: “Mettiamo benzina nelle gambe, gli allenamenti sono più faticosi rispetto a quelli del resto dell’anno. Non abbiamo tanto tempo libero, a volte siamo in gruppo, a volte con la famiglia. Ma siamo un gruppo affiatato, spesso siamo insieme nelle giornate libere”.
Pubblicato il 13/02 alle 10.45