Lazio, da Crotone a Reggio Emilia: così Caicedo ha cancellato il passato
Da Crotone a Reggio Emilia, la svolta nel destino di Felipe Caicedo, da un gol mancato a un gol realizzato allo scadere. Da un errore fatale per la corsa Champions, al centro che vale lo scatto nella corsa alla zona nobile della classifica. C’è un mondo dentro a quella girata della Pantera, un numero quasi da pivot, facendo perno sul difensore e scaricando una bomba da tre punti nella porta di Consigli. Un gol per volare al terzo posto, una rete per cancellare i rimpianti che sarebbero nati fosse finita 1-1. Il pareggio del Napoli, la sconfitta dell’Atalanta, rendevano il passaggio di Reggio Emilia troppo importante, andare a + 7 sulla squadra di Ancelotti e a + 5 su quella di Gasperini, voleva dire mandare un segnale, ma soprattutto mettere un solco tra sé e due concorrenti. C’era poi da tenere dietro la Roma. Vittoriosa sul Brescia. Le speranze sembravano ormai scemate, mancava un minuto e mezzo alla fine, poco prima Chiffi aveva sorvolato su un fallo proprio sull’ecuadoriano in area di rigore: una spinta di Romagna, non uno spalla contro spalla, sulla quale però arbitro e Var hanno deciso di non intervenire. Gli ultimi assalti della Lazio s’erano infranti sul muro del Sassuolo, poca precisione, tanta confusione, il destino non sembrava sorridere ai ragazzi di Inzaghi. Ma al 91’ ecco l’ennesima percussione di Luis Alberto, lo scambio con Caicedo, la palla di ritorno per Felipe che ha fatto perno sull’avversario e poi con il destro ha infilato Consigli. È esploso il settore ospiti del “Mapei”, la panchina e Inzaghi sono saltati come molle, tutti ad abbracciare Caicedo, l’uomo della provvidenza, quello che ha regalato tre punti di platino. La Lazio ha tenuto il terzo posto, ha allungato su Atalanta e Napoli, ha piazzato uno scatto che sa di strappo, inanellando la quinta vittoria consecutiva in campionato.
UNA RIVINCITA SUL DESTINO - Caicedo s’è preso la sua rivincita, vero che servirà ancora correre, che la strada è lunghissima, ma i tre punti regalati dal Panterone sono pesanti. È indubbio. Ormai è considerato un titolare da Inzaghi, uno dei 13-14 sui quali si basa il blocco base della squadra, s’è guadagnato la conferma lavorando in allenamento, lo scorso anno s’è rimesso in gioco, ha segnato e s’è reso utile, ha fatto sbiadire con impegno e prestazioni il ricordo del gol sbagliato davanti a Cordaz. L’allenatore ne ha chiesto la conferma in estate, l’ha convinto a restare, rifiutando offerte ricche da altri campionati, a rinnovare il contratto fino al 2022. Caicedo è ora del tutto dentro al progetto Lazio, nelle ultime settimane aveva giocato con meno continuità, colpa anche di qualche noia muscolare prima e del colpo alla spalla rimediato a San Siro poi. Felipe al “Mapei” ha segnato il secondo gol in campionato, una segnatura dal peso specifico clamoroso e chissà che non sia un segnale, un messaggio nemmeno troppo criptico di un Karma in debito con la Lazio. Reggio Emilia assomigliava a una piccola Crotone, vincere per volare, per puntare alla Champions e non solo sognarla. L’obiettivo ora è concreto, i tre punti presi in terra emiliana hanno un sapore particolarmente dolce, di occasione centrata e non sprecata. La banda Inzaghi ha cancellato quel braccino che troppo spesso spuntava quando serviva invece una prova di carattere, nel finale ha messo in campo tutto, assediando la porta del Sassuolo. Ci ha pensato Caicedo, allo scadere, a spedire la Lazio in orbita. Il graffio della Pantera ha strappato la foto ingiallita di un maggio calabrese. Il passato è alle spalle, il presente è adesso. È un gol al 91’ che vale il terzo posto.
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Articolo scritto il giorno 25/11/19 alle ore 8:00