Nesta: "Per Eriksson mi sarei buttato nel fuoco. Zeman mi ha massacrato e Zoff..."

La Lazio, il Milan, la Nazionale ma anche gli allenatori. Da Zoff a Allegri, passando per Eriksson e Ancelotti. Tutti sono stati importanti per Nesta, da ognuno di loro ha imparato qualcosa. Questo il racconto dell'ex biancoceleste nell'intervista a Prime Video: “Zoff mi fa esordire e mi dà l’opportunità di andare in prima squadra, l’ho avuto poco all’inizio e poi in Nazionale. Sempre tranquillo, con quel suo carisma. Con Berlusconi si era incavolato dopo la finale. Eriksson l’ho visto lo scorso anno e mi ha insegnato a trattare bene le persone, per lui mi sarei buttato nel fuoco. Mi ha insegnato e mi ha trattato bene. Quando ero piccolo ero ribelle, litigavo. Lui mi ha insegnato a trattare bene le persone. Lo spogliatoio? Una squadra di pazzi, Roma ti gonfia. Veron con un carattere forte, io che rompevo le scatole. La mia Lazio era fortissima, tutta gente con grande personalità. Lui teneva tutti calmi. Ancelotti è come mio papà, troppo bravo. Mi ha coccolato e rincuorato quando le cose non andavano, sa sempre cosa dire al momento giusto"
"Zeman mi ha massacrato, ma mi ha cambiato la vita. Lui mi ha messo centrale e mi ha fatto correre come un disperato. Non mi ha mai detto bravo, sempre contrario. È stato duro. Una scuola di sopravvivenza. A modo suo mi ha fatto diventare grande. Allegri è arrivato dal Cagliari, l’abbiamo aiutato. Siamo stati vicino a lui e lo sa. Siamo stati bene e abbiamo vinto lo scudetto, la difficoltà di questo gruppo è che i vecchi stavano scendendo quindi non era facile dire ai vecchi che avrebbero giocato i giovani. C’erano Ibra e Cassano, fortissimi ma era dura. Come modo di fare mi sento come Eriksson e Ancelotti. Eriksson non ti diceva niente ma a fine anno ti cacciava via se non facevi bene, Ancelotti anche ogni qualche shampoo te lo faceva”.