Nesta: “Allenare la Lazio? Ci andrei, ma farei fatica e vi dico perché"

Dopo l'addio al calcio giocato Nesta ha intrapreso la carriera da allenatore, l'inizio non è stato facile e anche il presente non è stato tanto diverso. L'ex Lazio ha raccontato come ha vissuto il primo esonero e poi la situazione al Monza raccontando anche come affronterebbe un'eventuale chiamata dal club biancoceleste e dal Milan. Le sue parole: “Ho deciso quando ho capito che dovevo stare in campo per la mia mente, mi ha preso. La prima squadra che ho avuto era il Miami. Ero tesissimo, avevo fatto un macello. Devi pensare tutto il giorno, poi prendi il ritmo e inizi a capire ma devi studiare. Sono andato da Sarri, da Pioli e da altri. Qualcuno non mi ha fatto entrare. Serie B e A? La Serie A non ti perdona, la Serie B ogni tanto il colpo lo fai. Il primo esonero? A Frosinone. Ero sereno, mi ha chiamato il direttore sportivo. Non volevo più starci lì, facevo fatica a imporre il calcio. Era un po’ di mestiere".
"A Monza? La prima settimana l’ho sofferto un po’, però i punti erano pochi. L’ultima volta non me ne sono accorto, avevamo perso con la Juve. Col Lecce avevo detto al mio secondo ‘oggi ci seccano’ e invece, no. Oggi per me i giocatori sono più fragili, la maggior parte. Bisogna studiare la generazione nuova a livello mentale, noi siamo cresciuti a calci nel sedere. Adesso è meno, a Reggio Emilia avevo un gruppo vecchia scuola che ha trasmesso ai giovani quello stile. Se prendi uno spogliatoio più giovane è difficile. Se tornei alla Lazio? Ci vado, ma a livello emotivo farei fatica. È una parte della mia famiglia. Ringrazio per essere andato al Milan, ma per me la Lazio è stata mio padre che mi portava allo stadio col panino. Mio fratello che andava in Curva. Allenare il Milan? Magari ce cascano. Vedremo”.