Nesta e l'addio alla Lazio: "Ho preso una batosta. Mi pento solo di una cosa"

Nella lunghissima intervista rilasciata a Prime Video, Nesta ha parlato anche del suo addio alla Lazio come un momento difficile che non ha mai superato. Queste le parole dell'ex difensore: “La partita con la Roma? Quella è stata la partita più brutta, sia quando ero in campo sia quando sono uscito. Quella partita mi ha cambiato la vita, da lì ho iniziato a mettere qualcosa di diverso quando giocavo. Tutti “bravo bravo”, poi ho preso la mia prima batosta. Li ho capito che il compitino non bastava e che bisognava mettere qualcos’altro per diventare un giocatore. Sapevo già che era il mio ultimo anno, erano otto mesi che non prendevo lo stipendio. Il club aveva imbarcato acqua, aveva tanti debiti e io venivo dal settore giovanile. Tutto quello che era plusvalenza e mi avrebbero venduto, un anno difficile. Pensavo all’Inter all’inizio, al Real Madrid l’anno prima ma avevo detto di no perché io giocavo nella Lazio. Avevo appena vinto lo scudetto, l’anno dopo la Roma e mai na gioia. Il problema è che sono andato via male, di questo sono dispiaciuto. Sarei rimasto a vita, come Totti alla Roma".
"Siamo cresciuti lì, poi negli anni nostri si guadagnava bene. Non avevamo voglia di andare via, stavamo bene a casa nostra. Poi c’è stato il tracollo. È stato un trauma, i primi mesi sono stati durissimi. La gente era molto attaccata a me, è stata una delusione per loro. Un po’ è cambiato anche il rapporto con i tifosi. Il sabato mi avevano convocato in sede per dirmi che me ne dovevo andare, l’ho presa male. Ero andato in difficoltà, mi sono pentito tanto di essere andato via al primo tempo. Non lo farei mai più, mi butterei nel fuoco. Per questo ho tirato un calcio di rigore alla finale di Champions League. Ero deluso da me stesso, ho fatto il ragazzino. Tutti a dirmi devi andare via, partita fatta male e ho pensato ‘sai che c’è, esco’. Me ne sono pentito. Mi ha fatto crescere, m’ha fatto bene”.