Lotito a muso duro: "Fondo inglese? Giocatori trattati come schiavi"

Non è bastata la determinazione del ds biancoceleste Igli Tare e del segretario generale Armando Calveri per superare le resistenze del fondo inglese Doyen Sports. I due hanno fatto ritorno in Italia senza il regalo che tutti tifosi biancocelesti si aspettavano, ovvero Felipe Anderson. Ma la trattativa resta ancora in piedi. Come riportato nei giorni scorsi dai media brasiliani, per mettere la parola fine a questa telenovela, Claudio Lotito ha annunciato la sua discesa in campo. Proprio il presidente della squadra capitolina è intervenuto quest’oggi ai microfoni di Radio Radio: “E' assurdo che questo fondo detenga le prestazioni sportive di un essere umano. È una schiavitù”. Parole dure, decise, di chi vuole ad ogni costo concludere l’operazione senza sottostare alla volontà della Doyen Sports: “Felipe Anderson è un buon giocatore, se arriverà lo sapremo a breve, ma non accettiamo certi atteggiamenti estortivi”. Stefano Castagna, agente del calciatore, in settimana aveva espresso tutto il suo disappunto nei confronti del fondo inglese: "Sono dei banditi", questo il colorito tweet pubblicato sul suo profilo ufficiale. Sulla stessa lunghezza d'onda è il patron laziale: “E’ una pratica che ha preso piede nei paesi sudamericani e viola i diritti umani. Questi giocatori sono trattati quasi come schiavi. Dopo essere venuto a conoscenza di questa realtà, porterò avanti una battaglia per abolire i fondi di investimento. Il ragazzo vuole venire a Roma, ma il fondo inglese sta usando la metà del cartellino che detiene come arma di ricatto e io non ci sto”.