Top&Flop del Derby - Minimo Sindacale

26.05.2015 10:00 di  Luca Capriotti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Luca Capriotti
Top&Flop del Derby - Minimo Sindacale

"Oggi va bene stare a testa bassa, ma da domani vedró in campo la squadra a testa alta". Stefano Pioli.

Un gol, Pioli. Bastava non prendere quel gol, Pioli.

"Secondo posto per noi minimo sindacale, per voi trionfo mondiale" - Striscione, di indubbia coerenza.

Top

La Coreografia - Quando l'ha vista mia suocera ha esclamato: "Ma che bella". (Tua figlia?  Vabbè scusate, fatece fa i carucci su). Lei è diventata quasi Laziale per condividere le disperazioni nostre, la bile nostra, ed il nostro dire: Che spettacolo. 

83' - Il minuto beato (Ma stai facendo il video?). Il minuto in cui eravamo di nuovo pari. FILIP, proprio lui, appena entrato, Torre di Klose, Miro sempre lui, ma il Cross Felipe, poi FILIP prende la palla dalla porta ed urla di rabbia, come noi (ma poi forse venite qui, esultate con noi, tenete la palla fino al 90') (no, vai, prendi sta palla, apriamoli, per Ned Stark e Beppe Signori, per Almeyda ed il mio amico Conceicao, per l'errore di Roncaglia e Zaza in panchina, per La Collina dei Conigli e tutte le donne che abbiamo avute che esultavano ai loro gol, per chi non è mai in superiorità, per la Gloria di Roma, per Orlando che suona il corno troppo tardi circondato di nemici e Mauri con l'occhio nero. Prendi sta palla. E a posteriori, va a prende sta cazz de palla ancora. Ancora. Ancora).

FILIP - Entra, zompettando piano. Sembra tardi. Ma non è mai troppo tardi. FILIP is coming.

Lucas - Oggi li chiameremo per nome, perché sono fratelli. Lucas corre, mena, con mezza gamba, prende una fracca clamorosa, non si regge in piedi ma "vuole rientrare", "sta entrando Cataldi ma vuole rientrare". Barcollante, con la testa che pulsa, non si regge in piedi ma vuole rientrare. Se Lucas ce dicesse, "Buttate". Già staremmo de sotto. Take me to Church, Lucas.

Santiago - Soffre perché loro corrono. Soffre, porta il peso dei loro molti peccati. Santiago, perdonali. Perché non sanno quello che dribblano.

Santiago - Terza Stazione. Per la giustificazione di molti, Santiago butta giù il loro capitano. Chi è senza peccato, ora gli getti la prima pietra. No rega boni coi serci, che non ve posso confessa tutti.

Santiago - Con il tuo Santo aiuto, non ripeteremo quello che abbiamo pensato al loro gol.

Santiago - Non nominare, dice il comandamento, mo manco pensare si può?

Santiago - Padre nostro, liberaci dalla bile, amen. 

Santiago - Abbiamo molto peccato in pensieri, opere e nomination invano.

Santiago - Manco che Dio vi accolga, si può di?

Santiago - Perdona anche chi fa scontri fuori dallo Stadio. Non hanno capito. Che il Calcio è un'altra cosa, al triplice fischio, è finita. Nulla può cambiare un risultato. Quello che cambia è come vivi dopo un risultato. Chi fa scontri, non ci somiglia. Punto.

Basta - E poi alla fine, bere per dimenticare, minimo sindacale. 
Minimo sindacale - Tre tequile.
Minimo sindacale - Nel frattempo loro suonano, strillano, Circo Massimo, la festa non proseguisce, Game over. Era minimo sindacale.
Minimo sindacale - Statua in onore di Mapou.
Minimo sindacale - Ignoratissimo dalla torcida giallorossa, prima, dopo, durante la partita, la decide uno dei tanto vituperati acquisti. Poi torna nell'ombra, fuori dal cono dorato della riconoscenza, dei diti medi, delle magliette. Minimo sindacale di tifo che riconosce il merito.
Minimo sindacale - Mondiale con foto ricordo. 

26 maggio - Oggi, è quel giorno che dice Pioli. Quel giorno in cui bisogna stare a testa alta. Ma non perché i derby sono finiti, e tutte quelle storie, belle, ma che non ci fanno capire la bile che fai dei giri immensi e poi ritorna quando vedi le loro maglie. No. Sorridi, parla, fatti vedere tranquillo. Soffri, tanto. Ma dentro. Fuori, sorridi. E' il 26 maggio. Lo sanno.

Pioli - I cambi, Pioli. 10 minuti prima. Se la partita la decidono i cambi, forse noi l'abbiamo fatti troppo tardi. 
Nel frattempo - Il Lazio Fan Club Il Mio Amico Filip invade il tatuatore di Iturbe, il parrucchiere di Nainggolan, il dito medio di De Rossi. Al grido minimo sindacale, farlo entrare è il minimo sindacale!

E se segnava Basta - Sbronza minimo sindacale.
E se segnava Basta - Tira una caracca dal limite dell'area che non va a finire troppo lontano dal palo. Torna indietro di corsa, con la sua andatura in diagonale, come se avesse rovesciato una brocca di tequila su Mike Tyson, e avesse urgente bisogno dell'uscita di sicurezza. Impavido.
E se segnava Basta - Non ce riprendevamo più.
E se segnava Basta - Santiago forse faceva un peccato di gola alcolica.
E se segnava Basta - Filip non invadeva il campo.
E se segnava Basta - Forse niente Mapou Yanga.
E se segnava Basta - Segnavamo tutti.
E se segnava Basta - A quale porta aveva mirato?

Flop

Lulic - I suoi tentativi di eliminare fisicamente almeno un attaccante della Roma finiscono in un buco nell'acqua. Niente gol al 71', ma strappa più di un Paternoster al loro Capitano, quando capisce che aver preso una botta grossa, essersi rotolato per 6 ore, non ha sortito l'effetto di doccia anticipata previsto. Rosso diretto dopo 20' per un fallo che vale 3 ergastoli di Lorik, Senad si ripropone ad inizio secondo tempo. Pioli lo tira fuori prima che l'arbitro lo consegni all'Interpol. Premio Fairplay a lui. A Pioli Nobel per la Pace.

Florenzi - Corre per tutta la partita, probabilmente è l'unico avversario rimasto vivo dopo l'eliminazione di Champions League, e la fine corsa Scudetto (O forse a -17 il loro reale obiettivo stagionale è ancora aperto). Sopravvive anche alle dichiarazioni a fine gara di Garcia, che parla di obiettivo Champions. Poi non si sottrae alla triste pantomina della maglietta orchestrata dal capitano giamburrasca. Ce lo immaginiamo la sera prima coi pennarelli che scrive sotto dettatura. Come se dice quando se perde. Game over. Gaim. Nono game guarda damme l'uniposka, si scrive. Vabbè tu scrivi la mia, che è in italian... Famo che le scrivo tutte e due io, capità.

Mauri - Se dare te destro, tu perché, non dare sinistro? Dalle leggi universali di Gandhi, scritte a Tor Marancia nel III Sec. a.c.
Mauri - Mauricio in panchina lo guarda incredulo. Se avesse finito lui con un occhio nero, in campo ci sarebbe stato almeno un morto.
Mauri - Santiago, benedici le sue piaghe!
Mauri - Stavolta il capitano si sottrae al suo ruolo di ammazza-Roma con esultanza annessa. La squadra di Garcia crea un centrocampo stile Raccordo Anulare alle 18, e lui quasi mai riesce a rendersi pericoloso, nel traffico. Gli rendono onore le parole a fine partita, ci mette per l'ennesima volta la faccia, quando l'unica cosa che riusciamo a mettere noi è un mare infinito di parole in fila. Tutte a cavallo tra Concilio di Trento e Concilio Vaticano II, più o meno.

Romoletto e Felipetto - Ogni volta che vanno palla al piede sembra un sogno. Di quelli però che sai che finiranno male, colpito dalla classica premonizione di disgrazia prederby. Quando si scrutano gli auspici, si guarda il cielo in cerca di segni funesti o positivi, e  l'unico segno che vedi è un mare, di bile nera, che sale, sale, sale. Guai a voi anime prave. Io vengo per portavi a l'altra riva, dove non c'è Alfaruccio. E tutto si fa cupo, e capisci. Che il Derby non lo vince la squadra che merita, ma lo vince chi ha qualcosa in più. Anche solo in un'azione. Quell'azione che ha portato al vantaggio. E' tutto là.


I marcatori - Ovviamente hanno segnato quelli che non segnano mai, chiaro.
Miro - Ma come hai fatto a sbagliare?
Pioli History X - Avrebne potuto dire. A quel paese i diti medi, a quel paese quelli che parlano di biscotto, a quel paese chi ha tifato Roma per il tornaconto della propria squadra, a quel paese le conferenze stampa in cui si guarda agli altri, si esprimono giudizi di valore su persone che non si conosce, a quel paese una coreografia inesistente la loro a quel paese la coerenza la Loro a quel paese i selfie e i 30 milioni per Iturbe, a quel paese "La Champions era l'obiettivo stagionale", a quel paese "Senza Conte vinciamo noi", a quel paese agosto e pure settembre, a quel paese i preliminari ed il Manchester United. E invece Pioli non l'ha detto. Io stavo con Pioli. 


Il gol del vantaggio - Il pallone supera Filip, e tu capisci. Che se lo prende uno dei loro, non ce la faremo mai più a riprenderli. La prende uno di loro. Santiago fa un gesto disperato di preghiera, ma questa è la vita Santià, ce sta pure la disgrazia sportiva, il pallone che mira all'angolo, Marchetti che prova a prenderlo con la mano di richiamo, è in ritardo leggero, ma decisivo, ma non ci arriva. E noi, nemmeno ci arriviamo a capire che è finita.  Parolo in campo piange.  E noi, Battisti ci dice. E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante. Poi Vecchioni Corri cavallo corri ti prego, fammi fuggire fuggire di qua. Poi Biagio Antonacci, un po' colpa di Marchetti un po colpa di Filip. Sposiamoci (Ma perché Biagio, perché deve finire così?). E poi tutto si spegne. Ce credo. Hai appena fleshato Biagio Antonacci. Mo segui la luce. Segui la luce. Esci dallo Stadio spegni la televisione. Segui la luce. Mauro Zarate. Ti ricordi che gol Mauro Zarate. Zarate il tiro. Goicoec'era. Che giocatore, te lo ricordi. Riapri gli occhi. Sta per finire. E tu ti ritrovi solo. A strillare. Io stavo con PIOLI. IO STAVO CON PIOLI. La Madama, Libanè. E che me ponno fa, Bufalo. Io so morto. 

Menzione speciale Flop

La conferenza di Garcia - Non ci pronunceremo sulle frasi in conferenza, neppure sul doppio dito medio di De Rossi. Qui non si tratta di Show, di conferenze psicologiche. Basterebbe il minimo sindacale di decenza. Pur di far scattare il trappolone salva-stagione, anche di quella ti sei dimenticato, Rudi? Oltre che di essere un allenatore europeo, oltre all'eleganza dello scorso anno. Oltre i colori Rudi, sapremmo bene cosa dirti, ma noi non dimentichiamo chi siamo. Grazie Pioli. Perché non sei come loro. Perché ci hai ricordato, che non siamo come loro. 

Abbiamo riordinato le idee. Non ci siamo riusciti. Non vi mentiremo. Non ci imbrogliamo. Segnamo una volta per tutte la linea che ci separa da loro. Questa sconfitta è dura. Durissima. Abbiamo giocato la partita che aspettavamo da sempre come non avremmo voluto. Stanchi. Rattoppati. Sacrificati. Abbiamo perso, non mentiamo. Quando perdiamo la gara che aspettavamo da mesi per ribadire la nostra superiorità con la vittoria, è durissima. È duro e si mastica amaro, è duro vederli esultare ribaltando le loro tristezze stagionali, é dura pensare che all'ultima giornata andiamo a Napoli per giocarci La Champions in 90', nonostante un anno stupendo. È duro, ma bisogna mettere una linea. Oggi bisogna alzare lo sguardo. Chi non ce la fa, ci lasci. Ci guardi da lontano. Perché oggi abbiamo bisogno di uno sguardo alto. Abbiamo bisogno di ribadire la nostra superiorità con la sconfitta. Dopo la sconfitta, abbiamo bisogno di Laziali. Non lazialini tristi e muti, non lazialoni presi in prestito dall'altra parte, oggi abbiamo bisogno di gente che tira fuori l'anima e dice. Domenica, ancora si gioca. Domenica, ancora col cuore a mille. Domenica, io tifo Lazio. Senza scendere in discussioni tristi, senza stare troppo a pensare alle loro pochezze. Sono sopra davvero? Domenica, abbiamo bisogno di gente come noi. Che la guardi negli occhi e lo sai. Che la Lazio perde, certo. Noi perdiamo ogni giorno da qualche parte. Ma lo sguardo, Laziale. Tienilo in alto. Non c'è niente e nessuno che te lo possa abbassare. Togliamo loro tutto. Con un solo sguardo, la loro effimera gioia tornerà la polvere di un anno maledetto per loro. Con lo sguardo. È stato un anno fiero, bello come solo il cielo che ci sovrasta, che li sovrasta con i nostri colori. È durissima ma proprio Ora, tienilo alto, il tuo sguardo. Laziale. Mancano 90 minuti. Come sempre, saranno decisivi, come sempre finirai senza voce. Come sempre, si può vincere, si può perdere. Ma non abbassare mai lo sguardo, Laziale. E' il minimo sindacale, per esserlo davvero, Laziale.