Top&Flop di Juventus-Lazio - Quo vadis?
"Il mio regno, il mio regno per un De Vrji!".
I sogni erano così belli, e così importanti, che non abbiamo avuto il coraggio di dire a tutti la verità, ovvero che finiscono al risveglio.
Anche perché avremmo dovuto spiegare anche il resto. Che non c'è mai risveglio abbastanza bello rispetto al sogno, ma il sogno può continuare ancora, anche dopo il risveglio.
Flop
Il complottista - Si annida in ognuno di noi, la voce sibilante, nell'antro contaminato di troppe frequentazioni di altrui tifo. Alla vista dello Juventus Stadium si esalta: ed allora vede tutti occhiolini dell'arbitro ai giocatori della Juve. Vede il numero chiesto a Matri, una spuntatina ai capelli di Vidal, il santino di Pirlo, un pensiero a Montecarlo. Al rosso di Cataldi esplode: e Marchisio? E Turon... E si tradisce.
Lorik, quo vadis? - Solo lui ha parole di vita eterna. Dopo la morte. Mette ordine nei ricordi peccaminosi di Matri con una certa maestria, pur considerando che l'ex milanista da qualche tempo ha in testa un'area che non è quella di rigore, e gambe che non sono quelle dei compagni di squadra. Ossessionato dal suo fisso pensare, Matri non è certo avversario di livello: ossessionato dal suo fisso pensare ai furti d'auto, Tevez offre una sfida calcistica maggiore. E la vince. Non Lorik. Tevez. Poi, se fosse uscito su quell'azione, quando Bonucci...
Se fosse uscito Lorik - Su Bonucci. Avremmo dovuto rivedere il concetto di molecole separate con violenza.
Se fosse uscito Lorik - Ce l'abbiamo l'erede di Bonucci tra i 4,540 milioni di eredi di Buffon?
Se fosse uscito Lorik - Che poi un difensore che arriva a calciare fino all'area di rigore, uno non pensa che va a segnare, ma Bonucci ha i piedi, e ciabatta bene verso Marchetti. E allora la domanda è. Lorik. Quo vadis?
Se fosse uscito Lorik - Venghino siori Venghino sulla linea di porta li accompagniamo noi siori.
Se fosse uscito Lorik - Sarebbe entrata la barella.
Se fosse uscito Lorik - Prende il giallo al 70'. Quasi un record.
Se fosse uscito Lorik - Avremmo parlato di un'altra partita, di un altro calcio, di un'altra emergenza umanitaria.
Emergenza umanitaria - Lorik Mauricio promettevano, e hanno mantenuto. In tutti i sensi. Per i due gol, francamente rivedibili. E per una certa propensione a tirare il sasso, e nascondere il corpo.
Emergenza umanitaria - Morata si sistema il gel water-resistent per l'ultima volta.
Emergenza umanitaria - Quello che non aveva Keita, per intenderci.
Felipe - Si vede solo la sua preghiera ad inizio partita. Una busta in mezzo a tre è poco per chi ha fissato un prima e dopo di lui. Troppo poco. Santificazione rimandata. ( Romoletto, Pioli, quo vadis senza Romoletto?)
Matri - Rieducato da Lorik e Mauricio, ora studia le epigrafi di Ossirinco in biblioteca.
Matri - Lo cercano per discoteche. E' al chiostro in ginocchio con Santiago. (Waiting4)
Matri - Si è pentito, prima di Lorik.
Matri - Se ne vanno sempre i migliori. Al bar. Cit. Basta.
Basta - Proverbiale il suo duetto con Candreva. Solo che era a fine partita. Di proverbiale si ricorda di lui solo quello che lui non ricorda.
Basta - Mai particolarmente impensierito, sono finiti i tempi della Juve martellante sulle fasce. Sulle tempie, il mal di testa martella di più.
Basta - Mai particolarmente impensierito, si improvvisa barman per Perea e Lede palesemente fustigati dalla pioggia. Cocktail annacquati: gli altri, non il suo.
Basta - Per quasi 40' canta Cielito Lindo con Brayan. I vicini di casa chiamano la polizia. Arrestato Vidal, in flagranza di reato internazionale.
Chiellini - Ha una certa propensione a sgomitare e fare interventi da terza categoria tipici di chi dicevano di averci soffiato ad agosto. Proverbiale il suo rinvio da foresta dei pugnali volanti a fine partita, che Felipe Anderson prova a scodellare al volo in rete. Il brasiliano non è in serata, Chiellini ne è il buttafuori.
Pioli - Va a costruire gioco a Torino, esce dallo Stadium con 17 tiri fatti, e 7 subiti, di cui 2 nello specchio. Quei due. È flop perché ha perso (però dopo 8 vittorie) e guai ai vinti. Ma la mentalità è da vanto, la sua Lazio è la nostra. Ma la vera domanda, che Gesù fa a Pietro, che si sta agilmente dando: "Romoletto, Pioli, quo vadis senza Romoletto?"
Top
Lazio nostra - Ce sta qualcosa che questa squadra ha risvegliato e continua a tenere vivo, ed è un incredibile orgoglio. In 10 uomini, con il risultato oramai fisso sullo zero zero, ancora provavano a buttare il pallone davanti, a stringere i denti, a correre per il compagno. Questa non è una squadra, è una banda di fratelli. Nostri. Una banda di fratelli nostri.
Biglia - Subisce dopo pochi minuti l'asportazione parziale della calotta cranica (tutti subiti a girarsi verso Lorik, che era invece intento a sbullonare il naso di Marchetti), ma anche a capo e cervello scoperto ha in testa lui, oltre alla vistosa benda insanguinata, il ritmo forsennato della Lazio. Il pressing che portano i suoi compagni è alllucinante, indiano per furore, vanno ad insegnare intensità contro la squadra che ne ha fatto bandiera. Lui pensa, gioca, va. L'uomo che sussurrava al pallone urla di di dolore, poi sussurra ancora, e ancora, e ancora.
Il settore ospiti - Ma come potevano cantare, sotto di due gol con due tiri, nello stadio che aspettava la semifinale d'Europa? Eppure cantarono. Eppure, cantarono di brutto. Eppure, loro, c'erano.
Klose - Klose? Di Klose un giorno diremo. Io, sono rimasto io, ad averlo visto. Io, sono rimasto io, a poterlo raccontare. Io, sono io, che ho urlato il suo nome. Io, sono io, che un giorno lo vedrò e gli dirò. Miro, tu non sai quello che ci hai dato. Non lo puoi sapere. Che Dio benedica Klose.
La faccia di Klose - Ucicderesti mai Bambi? Demoliresti mai Cricchetto? Sfanculeresti mai Cenerentola? Ammoniresti mai Klose, dopo un'entrata dritta e dura, che fa la sua faccia di Klose, come a dire. Hey, ragazzo. Prendi pure quel cartellino. Ma dall'alto della sua teutonica altezza è la Storia, che ti guarda.
Romoletto - A suon di buste ricorda a tutti che si può andare in Nazionale anche senza la maglia della Juve sotto. Poi si ricorda di un tiro lontano nel tempo, sotto la pioggia. Buffon non è Goicoechea. Su questo, siamo tutti d'accordo.
Romoletto - Che barba, amiche mie, che barba!
Romoletto - Comunque se vede che è dell'87. C'ha quel tocco in più, quella barba in più, quella generazione che sta a fatica a trova lavoro, casa, donna, ma vive de rabbia e de stupore, de bellezza e sogno. E tira certe pezze a Buffon, che ne sono la perfetta sintesi.
Romoletto - Vabbè, era uno scherzo, mo le giochi tutte eh.
Alfaruccio - Altro che De Vrji. Ci mancano i suoi guizzi. Con lui davanti, altra storia. ( A chi parla di assenze. I presenti, applaudire i presenti, grazie).
Seduti in riva al fosso - Aspettiamo, in silenzio. Se gioiranno, aspettiamo. Che altre partite ancora ci sono da giocare. Altre due finali contro la Juventus. Altre partite per il secondo posto. Altre battaglie. Già messa è l'armatura, già destriero è impaziente. Guadagneremo quello che ci spetta. In questa stagione, o nell'altra.
Pioli - Ma perché ci hai fatto innamora così tanto di questa squadra, che quando perdiamo, ci lacrima il cuore per loro, per loro, e non per noi?
Ai giornalisti laziali - Perché i più fini di voi dicono: "Non cadete nella loro trappola della corsa al secondo posto, è l'unico trofeo che gli rimane?" È vero, amici giornalisti, che c'è una trappola, un contentino, e un'esca. Ma qui non si tratta di opinione tua o mia, questa è un questione di supremazia. Per canto e per storia, per forza e bellezza, questa É una Lazio che vuole l'altezza. Questa che ve piaccia o non ve piaccia, è la lenticchia offerta, che je tiramo in faccia.
Non è vittoria non è sconfitta il punto. Attaccare ancora e ancora e ancora in 10 sotto di due gol. Questo è il punto che volevamo, Pioli.
Menzione Speciale Top
Zio Edy - Il catenaccio è uno Stato dell'Anima. La Lazialità non si può imparare, ma capire sì. Quando zio Edy dice: "Lo faró per i miei amici Laziali". Ha capito. Ha capito. E ha fatto quello che da fare meglio. Il punto, Edy. Gli hai dato solo un punto.
Controsorpasso - Certo. Raccontaci ancora dello Scudetto, sotto l'ombrellone. Raccontaci ancora del Derby in cui vincerete lo Scudetto.
Noi, intanto, vi raccontiamo la Lazio. Che ce può sta di perdere con la prima, ma era più bello vincerle tutte. Era più bello il Lunedì dopo averla vinta. Era più bella tutta la settimana. E se il catenaccio è uno stato dell'anima, ora a noi dell'anima non interessa (Scusa Santiago). Dobbiamo tornà a fa i Punti. Tanti, quasi tutti. Così poi alla fine, sapremo rispondere alla domanda: "Quo Vadis?". Co una musichetta. Un foltio di flash. Un'atmosfera che manca da tanto, troppo tempo.
Per Lei combattiamo.