Dall’Alcione alla Lazio: la storia di Rovella, il regista del futuro

RASSEGNA STAMPA - Nicolò Rovella è ormai da due stagioni una pedina fondamentale nella Lazio. Titolare inamovibile, il classe 2001 ne ha fatta di strada, ma chi lo conosce da sempre non ha mai avuto dubbi: la Serie A era nel suo destino e il Corriere dello Sport ha ripercorso tutta la sua carriera calcistica.
ALCIONE - La carriera di Rovella inizia ufficialmente all'Alcione, storica società giovanile che milita in Serie C e che rivendica con orgoglio di essere la terza squadra di Milano. Rovella ha sempre avuto caratteristiche fuori dal comune: corsa instancabile, visione di gioco e personalità. Qualità che gli hanno permesso di imporsi fin da giovane, quando nel 2015 lasciò l'Accademia Inter per approdare appunto all'Alcione.
SERIE A - Il suo impatto nell'Alcione fu immediato: nel 4-3-3 di mister Alessandro Tonani, Rovella si impose come playmaker e, nel giro di pochi mesi, attirò l’attenzione di diversi osservatori. A scoprirlo fu Francesco Bega, che lo segnalò a Michele Sbravati, responsabile del vivaio del Genoa. Il club rossoblù bruciò la concorrenza di Inter, Juve e Cagliari, acquistandolo per circa 50-60mila euro e lo fece esordire a San Siro contro l'Inter ad appena 18 anni davanti agli occhi orgogliosi di papà Paolo, mamma Debora e di Giancarlo Corbetta.
LAZIO - Dopo il passaggio alla Juventus e il prestito al Monza, i bianconeri lo hanno ceduto alla Lazio solo per questioni di bilancio ed è a Roma che è definitivamente esploso. Prima con Sarri e poi con Baroni, Rovella alla Lazio sembra aver trovato la sua dimensione. Un centrocampista moderno, dinamico e intelligente tatticamente, al punto da conquistare la fiducia di Spalletti, che lo ha fatto debuttare in Nazionale a novembre in Belgio. Oggi è in piena lotta con Ricci per un posto fisso nell’Italia che si prepara ai prossimi impegni internazionali.