Castroman: "Lazio, eravamo il Manchester City di oggi. Il mio derby..."
RASSEGNA STAMPA - L'Italia è rimasta nel cuore di Lucas Castroman. Lo si legge tra le righe, ma neanche troppo. L'argentino, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, utilizza solo parole al miele per descrivere la sua parentesi italiana, soprattutto a Roma. Oggi a 44 anni vende santini, mate in bottiglia e statue di madonne della vergine di Luján, santa patrona del paese. La sua corsa più famosa è stata quella breve per raggiungere il limite dell'area e scoccare un tiro potente alle spalle di Antonioli, che è valso il 2-2 finale nel derby del 29 aprile 2001: "Se chiudo gli occhi rivedo tutta la scena. Il desto da fuori, l'esultanza, l'abbraccio di una curva, il 2-2 sul tabellone. E il coro tutto mio, sulle note di Macho Man dei Village People". Il gol è entrato a tutti gli effetti nella storia biancoceleste, i tifosi lo sanno bene: "Mi fecero vedere un video con tutti i gol del derby, fino al mio. Ho i brividi".
Castroman, arrivato a Roma grazie a Eriksson, ma che si ritrovò con Zoff subentrato allo svedese, ha proseguito l'intervista raccontando qualche aneddoto sui suoi ex compagni. Dagli elogi all'Inzaghi allenatore al rapporto particolare con Stam, l'argentino non ha dubbi su chi fosse il più forte di quella squadra: "Veron. Ma una Lazio così forte non si vedrà più. Eravamo il Manchester City di oggi". Poi, ricorda l'ex compagno Mihajlovic: "Il primo giorno a Formello lo vidi steso a terra con Fernando Couto: si stavano sfidando sugli addominali. Erano a seicento. Gli dissi che se fossero arrivati a mille gli avrei comprato due bottiglie di champagne. E alla fine ci arrivarono". Fu Simone Inzaghi a prestargli i soldi per colpa di quella scommessa, su cui c'è un altro aneddoto: "Un giorno entrò nel parcheggio di Formello a cento all'ora e tamponò la Ferrari di Hernan Crespo, che nel frattempo stava uscendo. Quante risate".
Poi l'intervista prosegue virando sugli screzi con Mancini, ai tempi allenatore biancoceleste, e il rapporto con Spalletti a Udine. Castroman non ha rimpianti e ora sogna di diventare allenatore. Nella sua vita ha segnato tre gol che lo hanno reso leggendario: uno è quello segnato alla Roma, gli altri due sono i suoi due figli. Entrambi tifosi della Lazio.