Da Marassi a Marassi, Caicedo abbatte di nuovo la Sampdoria e conquista la Lazio
Zero to hero, ha dell'incredibile la parabola alla Lazio di Felipe Caicedo. Arrivato nella diffidenza generale due estati fa, quando si richiedeva a gran voce un vice per Ciro Immobile dopo la partenza di Keita verso il Monaco, l'ecuadoriano non è riuscito ad entrare subito nei cuori dei tifosi biancocelesti. Nel cuore di Inzaghi sì che c'era entrato invece, tanto che il tecnico laziale lo impiega ben 33 volte tra campionato e coppe e non smette mai di fidarsi di lui. Neanche nei momenti più duri: su tutti, quell'occasione da Sliding Doors capitata contro il Crotone alla penultima giornata della scorsa Serie A, quando un gol realizzato nella maniera più semplice probabilmente permetterebbe alla Lazio di arrivare in Champions League e invece Caicedo prova un pallonetto scellerato, sbagliando e condannando i biancocelesti allo scontro all'ultimo sangue con l'Inter. Un peccato di presunzione, in controtendenza con tutto quello che Caicedo ha mostrato fino a quel momento e, nonostante l'antipatia di molti, continuerà a mostrare. Perché Inzaghi continua ad avere piena fiducia nella Pantera e fa di tutto per scacciare le voci di mercato estive.
L'ANNO DELLA PANTERA - Caicedo si ripresenta dunque all'inizio di questa stagione sempre con il biancoceleste cucito addosso e fin da subito ricomincia il suo solito lavoro di mestiere e forza fisica, risultando un'alternativa importante soprattutto dal punto di vista tattico per Inzaghi. Il primo gol in stagione arriva contro il Genoa già a settembre, ma è il 2019 l'anno della Pantera: la doppietta di ieri contro la Sampdoria, prima per lui in Serie A, lo certifica come il marcatore più prolifico della Lazio da gennaio a questa parte con 7 reti e nel massimo campionato italiano lo mette alle spalle dei soli Quagliarella, Zapata e Petagna. Un Caicedo che dunque, per dirlo a parole sue, è contento del suo ruolo nella squadra, ma che ormai ha anche imparato come trovare la via del gol, soprattutto quando si trova in coppia con Joaquin Correa. Funziona il duetto con il Tucu, il 3-0 alla Roma ne è forse la dimostrazione più grande.
LA SAMP NEL DESTINO - Quella di ieri probabilmente è stata la vera prova del nove, con cui Caicedo ha convinto tutti di poter anche permettere a Immobile di rifiatare, soprattutto quando vive momenti di appannamento come questo. Da Marassi a Marassi, perché il primo gol dell'ecuadoriano in Serie A è arrivato proprio contro la Sampdoria a Genova, il 3 dicembre dello scorso anno. Anche in quel caso finì 1-2, anche in quel caso la sua zampata fu decisiva, ma il gol arrivò quasi per caso. Ieri invece dopo due minuti netti Caicedo ha messo in mostra tutto il suo repertorio: ha strappato a Colley il pallone con le unghie e con i denti, l'ha difeso alla grande portandolo fino in area avversaria dalla metà campo della Lazio e l'ha insaccato con precisione e freddezza. L'incornata arrivata poco più di un quarto d'ora dopo, oltre ad essere decisiva per la vittoria finale, è stata il suggello che ha dimostrato quello che Caicedo può essere per la Lazio. Un comprimario d'oro, a detta di Inzaghi amato dallo spogliatoio e ora anche dalla tifoseria.