"Come se fosse l'ultimo pallone": la filosofia di Baroni, nasce la nuova Lazio
AURONZO - Urla, partecipa, applaude. Ogni tanto sgrida, ma solo quando non si fa gol. "Bisogna calciare sempre come se fosse l'ultimo pallone della partita", Baroni riprende Isaksen dopo una conclusione sbagliata. Allenamenti a 100 all'ora, spreme il gruppo. Sta nascendo così la nuova Lazio, corsa e sudore. Anche tanta palla. Ma la richiesta è sempre la stessa: "Curate i gesti tecnici, cross, attaccare la porta con convinzione". E ancora: "Mettete qualità negli esercizi che fate". Tiene la squadra sempre attiva, se la prende se anche i portieri non partecipano all'azione. "Tchaouna bene, non aspettare, vieni a prenderla", subito dopo un anticipo subito da Pellegrini. Cura molto l'aspetto tattico, con l'esterno che entra dentro al campo per liberare l'avanzata del terzino. "Dovete stare dentro i 40 stretti stretti", insiste con i trequartisti. E poi spingere con la giocata in verticale: "Attacchiamo la zona franca, cerchiamo il terzo uomo e inserimenti in avanti sulla fascia". La filosofia di Baroni riassunta in poche parole: "È la mobilità che genera dello spazio, non dovete stare mai fermi". Si gioca massimo a due/tre tocchi. E ancora la cosa più importante: "Cattiveria davanti alla porta!". Guai a chi sbaglia.