Venezia – Lazio, quando il passato torna a bussare alla porta

L'editoriale di Alessandro Zappulla dopo il pareggio della squadra di Baroni in terra lagunare e l'occasione mancata dai biancocelesti...
23.02.2025 07:35 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Alessandro Zappulla - Lalaziosiamonoi.it
Venezia – Lazio, quando il passato torna a bussare alla porta

Non è un déjà vu, ma ci assomiglia maledettamente. La Lazio torna da Venezia con uno 0-0 che sa di occasione sprecata, di passo falso, di quel mezzo inciampo che potrebbe trasformarsi in una buccia di banana sulla strada verso l'Europa. È un po' come camminare su una fune tesa sopra un abisso senza rete di sicurezza: un equilibrio precario, un respiro trattenuto, un passo troppo lungo che può compromettere tutto.

La trasferta lagunare ha mostrato una Lazio incagliata, come una barca che affonda lentamente nella bassa marea. Una squadra che, anziché cavalcare l’onda dell’entusiasmo, ha scelto inconsciamente di remare controcorrente. È un vecchio malessere che riaffiora, una malattia cronica che sembrava guarita ma che, di tanto in tanto, ritorna con sintomi evidenti.

Un pareggio che pesa, ma la classifica sorride

Non è solo la classifica a far male. È la sensazione di aver perso un’occasione, di aver smarrito per strada quei punti che potrebbero fare la differenza tra un piazzamento Champions e l’oblio delle speranze. La Lazio è in quella terra di confine, dove ogni centimetro vale oro, e gettare al vento due punti contro una squadra in lotta per non retrocedere è un lusso che non ci si può permettere.

Eppure, il calcio ha sempre quel pizzico di ironia. Nonostante il mezzo passo falso, la classifica continua a sorridere ai biancocelesti. Non per merito proprio, bensì per demerito altrui. Con il Bologna e il Milan sconfitte, la Lazio guadagna comunque un punto prezioso sulle dirette concorrenti. Certo, restano all’appello ancora Juventus, Fiorentina e Atalanta, ma poteva andare molto peggio.

L’ombra del passato e le insidie del futuro

Eppure, è come se a Venezia fosse riapparsa una vecchia Lazio. Quella che, troppo spesso, si eclissa nei momenti chiave. È la Lazio che ha conosciuto le notti cupe sotto la gestione di Inzaghi, fatta di crolli improvvisi e down paurosi. È la Lazio che ha vissuto le debacle devastanti con Sarri, dove l'incanto di un gioco armonico si scioglieva al primo sole d'estate.

Con Baroni, il copione sembrava diverso. La squadra ha lottato, ha tenuto il campo, ma ha anche mostrato quell’inspiegabile tendenza ad annacquare il proprio DNA. Non è stata la peggior prestazione della nuova era, ma è stata una di quelle partite in cui le luci della ribalta si sono abbassate troppo presto, lasciando spazio alle ombre.

L'assenza di Castellanos e la nuova sfida tattica

Come se non bastasse, la Lazio si trova ora a dover gestire un'assenza che rischia di pesare come un macigno. Castellanos, il trequartista prestato all'attacco, è uno di quei giocatori che non riempie solo l'area avversaria, ma anche gli spazi tra le linee. Non è un bomber da numeri esagerati, ma sa giocare spalle alla porta, usare il corpo e fare da sponda. È tecnica allo stato puro, è quel collante tra il centrocampo e l'attacco che permette alla Lazio di infilare gli avversari come un coltello nel burro.

Ora, con Noslin, lo scenario cambia. Noslin è un attaccante diverso, uno che punta la profondità, che ama gli spazi aperti. Baroni dovrà essere bravo ad adattare la squadra, a plasmare la Lazio attorno a un centravanti che vive di lanci lunghi e velocità. Serve il coraggio di contaminare, seppur in maniera leggera, i principi del suo gioco. Un pizzico di elasticità tattica che permetta alla Lazio di sfruttare le qualità del nuovo attaccante senza perdere la propria identità.

Il pericolo di perdersi

Ora è fondamentale che questa Lazio non si perda nei meandri dei propri fantasmi. Non può più permettersi di essere quella squadra che ignora la propria identità, che smarrisce il filo del discorso proprio quando la narrazione sta diventando interessante.

Il pareggio di Venezia è un bivio. Può diventare un semplice inciampo su un percorso virtuoso, o trasformarsi nella prima crepa di un castello di vetro. Baroni dovrà essere bravo a ricompattare la squadra, a ritrovare quella fame e quella voglia di spingersi oltre il limite, senza accontentarsi mai.

In un campionato dove ogni punto è una moneta da collezione, la Lazio non può più lasciare spiccioli per strada. La Champions è lì, ma per raggiungerla servirà correre, lottare e, soprattutto, non avere più paura di vincere.

Pubblicato il 22/2