Eriksson, Cragnotti: "Nessuno meglio di Sven poteva gestire la mia Lazio"

27.08.2024 09:00 di  Alessandro Vittori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Eriksson, Cragnotti: "Nessuno meglio di Sven poteva gestire la mia Lazio"

Iniziò tutto con la vittoria della Coppa Italia nell'aprile 1998, poi Supercoppa Italiana, Coppa delle Coppe, Supercoppa Europea, fino al double Scudetto e Coppa Italia tra il 14 maggio e il 18 maggio 2000, e infine di nuovo Supercoppa Italiana. Sven Goran Eriksson allenatore e Sergio Cragnotti presidente, un binomio capace di arricchire di ben 7 trofei in due anni e mezzo la bacheca biancoceleste. La morte del tecnico svedese ha scosso il finanziere di Porta Metronia, legato a Svennis da un rapporto profondo: "Piango un amico".

Cragnotti sulle colonne del Messaggero ha parlato delle vittorie della sua Lazio, con un ricordo particolare per la Supercoppa Europea vinta contro il Manchester United nel 1999 e per lo Scudetto del 2000. Ha ricordato che quando contattò per la prima volta Eriksson, lo svedese aveva già un accordo con il Blackburn, ma riuscì a liberarsi e sbarcò a Roma. Per l'ex presidente, oltre a essere un grande allenatore, Sven riusciva ad agire anche come psicologo, abile a tenere a bada tutti i campioni arrivati nella Capitale.

Celebre la richiesta fatta da Eriksson: "Lei prenda subito Mancini, Mihajlovic e Veron e vedrà che io vinco subito lo Scudetto". All'inizio Cragnotti prese soltanto Mancini, poi completò l'opera negli anni successivi: "Decisi di cambiare quasi tutta la squadra, volevo modificare le dinamiche dello spogliatoio. Dalla Samp presi anche i fisioterapisti non solo i giocatori, si creò un gruppo". Il famoso clan Mancini, che secondo Cragnotti è stata l'anima della Lazio e nessuno meglio di Eriksson poteva gestirli.

Cragnotti poi ha definito Eriksson un signore d'altri tempi, onesto ed educato: "Come avete sentito nel corso dei suoi saluti, Sven è sempre stato lontano dalla negatività". Anche quando si arrivò ai saluti, dopo l'accordo tra Eriksson e la federazione inglese, per Cragnotti lo svedese fu limpido e sincero, come in tutta la sua carriera.