Serie A, inizia una settimana decisiva e il Governo si spacca sulla ripresa
Il Viminale autorizza gli allenamenti individuali, ma il calcio non sa ancora cosa ne sarà del suo futuro. La prossima sarà una settimana fondamentale per tracciare la strada e capire se il campionato di Serie A possa arrivare a conclusione o se invece sarà decretato lo stop definitivo. Saranno giorni intensi, frenetici, i prossimi, con il mondo del pallone che spinge per ricominciare e invece un fronte governativo che morde il freno, convinto che la linea intrapresa dalla Francia (stop ai campionati) sia quella giusta. Nei prossimi giorni è atteso un nuovo incontro tra il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, e il presidente della FIGC per cercare di arrivare a una soluzione. In ballo c’è il protocollo proposto dalla Federazione e sotto l’esame del Comitato tecnico-scientifico del governo. E proprio nell’esecutivo è in atto una guerra di posizione con al centro il tema calcio. Ci sono anime in contrasto e voci di corridoio raccontano di tensioni molto forti tra vari rappresentanti del governo giallorosso. Da una parte c’è il Partito Democratico che chiede cautela, d’evitare scelte avventate e domanda che sia data la necessaria attenzione al mondo del calcio.
GOVERNO DIVISO - Nei dem prevale la linea secondo cui uno stop, senza un piano di salvataggio vero e assai costoso, che sottrarrebbe risorse ad altri settori in difficoltà (turismo, cultura; tanto per citarne alcuni), condannerebbe il mondo del calcio a una catastrofe economica senza precedenti. Stesso approccio per Italia Viva, con i renziani che vogliono la ripartenza. Più intransigente, invece, la linea del Ministero dello Sport e di quello della Salute. Fanno fronte comune Speranza e Spadafora e sono decisi a dire stop al calcio se una totale unanimità sul protocollo non verrà trovata. Troppo alto il rischio di contagio con il contatto in campo, troppo pericoloso far muovere le squadre con il loro codazzo di lavoratori (staff tecnico, medico, cuochi, addetti stampa ecc.) per andare in trasferta. Fosse per loro, in realtà, il calcio si sarebbe già fermato, con tanto di arrivederci a settembre, sempre che le condizioni l’avessero permesso. Ma per ora è prevalsa la linea della mediazione, del confronto. Ora la palla passa al comitato tecnico-scientifico e tutti attendono, se dagli scienziati reclutati dal governo dovessero arrivare pareri negativi sul protocollo FIGC, allora ecco che uno stop al pallone sarebbe quasi inevitabile. Si aspetta, insomma, anche Giuseppe Conte che per ora non si è esposto, ma - dicono da Palazzo Chigi - si fidi di Spadafora e Speranza e rimette a loro la linea da intraprendere con il calcio. La prossima settimana sarà da dentro o fuori e la Serie A capirà cosa ne sarà del suo futuro.
Pubblicato il 03/05 alle ore 16:30
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