Lazio, Romulo: "Vi presento Marcos Leonardo. Sul mancato riscatto..." - VIDEO

19.06.2023 07:45 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Niccolò Di Leo & Carlo Roscito - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, Romulo: "Vi presento Marcos Leonardo. Sul mancato riscatto..." - VIDEO

Sono bastati sei mesi per far sbocciare l'amore tra Romulo, la Lazio e la tifoseria, dipinta da lui stesso come: "La più bella che io abbia mai visto". Il mancato riscatto, un po' a sorpresa, a giugno del 2019 è stato l'interruzione di quella che si sarebbe potuta rivelare una grande storia d'amore. In esclusiva ai nostri microfoni, nel corso di una diretta Instagram sulla pagina 'Voce Laziale' (CLICCA QUI PER VEDERLA, OPPURE SCORRI IN FONDO), Romulo ha raccontato il suo passato in biancoceleste, ha parlato del profondo legame che lo lega ai tifosi della Lazio e ci ha presentato il profilo di Marcos Leonardo, nome spesso accostato alla Lazio. Di seguito le sue parole.

LA LAZIO E IL TRASFERIMENTO - "Seguo la Lazio tutti i giorni. Mi è entrata dentro, a Roma ho vissuto i giorni più belli da quando sono arrivato in Italia. Ho due squadre nel cuore: l’Hellas, dove ho giocato 4 anni e mi ha portato in Nazionale, e la Lazio. Sei mesi che sono valsi come se avessi vissuto una vita lì. Abbiamo vinto un trofeo importante, il gruppo ea fantastico, la tifoseria non ne parliamo. Ogni giocatore lì si sente fortunato, la gente ti accoglie in maniera strepitosa. Credo che questo affetto sia dovuto da tanti motivi. Io ovunque ho cercato di dare il massimo. La Lazio è tra le migliori squadre d’Italia. Quando ho ricevuto la proposta ero al Genoa e non ci ho pensato due volte. Ricordo che stavo guardando la tv e ho visto Leiva che stava calciando il rigore che ci ha portato in semifinale di Coppa Italia, già tifavo per loro".

IL MANCATO RISCATTO - "Non so spiegare cosa sia successo, il perché la società non mi abbia riscattato, nonostante la cifra fosse bassa, circa 2 milioni di euro.  Sapevo bene che comprare un giocatore nuovo era un rischio, arrivare in Italia, alla Lazio non è semplice, perché c’è pressione e non è scontato che si faccia bene. Io, invece, c’ero riuscito e avevo la fiducia di tutti. Con il riscatto le prestazioni sarebbero ancora migliorate. Ho sofferto tanto quando Tare mi ha chiamato per dirmi della scelta societaria. Io l’ho accettata, ma mi è dispiaciuto. Mi ha sorpreso, pensavo di poter rimanere. Mi ero subito ambientato bene, conoscevo già tutti quelli che erano a Formello".

FINALE DI COPPA ITALIA - "Mi è dispiaciuto tantissimo non aver giocato. Dopo che abbiamo vinto ho abbracciato Inzaghi e gli ho detto ‘mister non mi hai fatto giocare neanche un minuto, dopo quelle due semifinali’ (ride, ndr). Chiaramente scherzavo, il trofeo contava di più".

LEIVA - "Leiva è un carissimo amico, parliamo spesso. Sono nella sua stessa città, Porto Alegre. Lui è forte, è un ragazzo fantastico. Si è emozionato quando ha dovuto smettere, però sta bene. I suoi primi giorni da ex calciatore sono stati difficili, ma la sua famiglia gli ha dato tanto sostegno. Non è stato facile, lui voleva giocare per altri due o tre anni, ma ha fatto una grande carriera. È normale che nei primi giorni sia stato un po’ male, ma poi si è reso conto della sua grande carriera fatta".

'UNA LAZIO (QUASI) DA SCUDETTO' - "La Lazio ha fatto un campionato strepitoso, tornando in Champions. C’è stato un lavoro bellissimo di Sarri e di tutta la società. Cresce ogni anno, anche se magari non arriva nei primi posti, ma il lavoro c’è. Mantenere sempre la stessa rosa, vuol dire che c’è un progetto e serietà dietro al lavoro. La Lazio è una delle poche squadre al mondo che riesce a farlo, perché ha un piano dietro le quinte. Bisogna fare i complimenti a Lotito che è un presidente serio e che ha portato titoli, anche se qualche tifo storce il naso nei suoi confronti.

Le manca poco. È arrivata seconda in classifica in uno dei campionati più difficili al mondo, non vincendo uno Scudetto contro un Napoli che ha fatto un campionato incredibile dall’inizio alla fine. Io penso che non manchi nulla alla Lazio, se il campionato riniziasse da capo, il Napoli non rifarebbe questo campionato e la Lazio se la giocherebbe per la vittoria finale. La Lazio ogni anno fa passi importanti, speriamo che arrivi lo Scudetto".

MILINKOVIC E LUIS ALBERTO - "Sono due giocatori diversi. Si completano. Milinkovic è tattico e tecnico, ha fisicità, segna dappertutto e sa mettere i compagni davanti la porta. Luis Alberto non ha fisicità, ma è tecnico, ha magia e fa assist che nessuno riuscirebbe a fare. Il segreto della Lazio è avere due giocatori così che si completano e scegliere uno è difficile.  Penso che Milinkovic sia stato un po’ più decisivo negli anni".

MARCOS LEONARDO - "È fortissimo. Un giocatore fortissimo. È del vivaio Santos, qua diciamo che un giocatore forte di quel settore giovanile che esce e fa bene anche in Prima Squadra, allora lo puoi comprare a occhi chiusi. Sicuramente farebbe bene alla Lazio, diventerebbe fondamentale, magari fra qualche anno, quando Ciro non sarà più quello di una volta, lo potrà sostituire tranquillamente perché è forte, veloce, sa dribblare e segna da ovunque. È completo. È giovane deve crescere, tra qualche anno sarà fortissimo. Può diventare anche più forte di Felipe Anderson, lo paragonerei a Immobile".

MARCOS ANTONIO - "Marcos Antonio mi piace come carattere, è serio, un lavoratore. Ha un obiettivo in testa molto chiaro: diventare un protagonista della Lazio. Non penso sia un problema il suo fisico. Ha fatto un gol contro lo Spezia in cui ha dimostrato di avere una grande esplosione nelle gambe, dribbling e conoscere bene il campo. Per me farà benissimo, potrebbe diventare importantissimo".

ROMULO ALLENATORE - "A me piace tantissimo Sarri. Propone gioco, ha movimenti meccanici, attacca gli spazi e ama il possesso palla. Lui e De Zerbi sono tra i migliori in Italia, li studio entrambi. Un mix tra loro sarebbe incredibile. Inzaghi? Da lui ruberei la capacità di gestire il gruppo. È il suo punto di forza".

NEL FUTURO ANCORA IL CALCIO GIOCATO - "Voglio continuare a giocare. Ho parlato con il Venezia, con il direttore sportivo Filippo Antonelli, ma per un motivo di scadenze non è stato possibile. Ora c’è la possibilità di ritornare a inizio stagione, ho avuto altri contatti con un club di Serie ACi sono chance sia per la A che per la B. Il calcio italiano mi manca. Ruolo? Ho fatto anche il portiere con il Verona a San Siro per 10’, ho mantenuto anche la rete inviolata.  Il mio ruolo preferito è il centrocampista, ma anche con una linea a tre, fare l’esterno come facevo alla Lazio mi piacerebbe. Alla Lazio serve il secondo portiere? Vediamo (ride, ndr) non saprei con chi parlare ora però. Un giorno spero di tornare per allenare la Primavera, magari mi ci porterà Radu da club manager”.

MIHAJLOVIC - "Il mister mi ha portato in Italia, dando l’ok a Corvino. Ha cambiato la mia carriera: sono arrivato come terzino destro, ma ha visto che non amavo difendere e mi ha messo come esterno. Grazie anche a lui ho fatto una carriera bella in Italia. Mi ha dato tutte le basi affinché diventassi un centrocampista forte".