Serie A, Dal Pino: "Abbiamo bisogno di stabilità finanziaria. E sugli stadi..."

Domenica scorsa il Parma ha riabbracciato una parte dei propri tifosi, aprendo parzialmente il Tardini in occasione dell'amichevole contro l'Empoli. Anche la Lazio ed il Napoli hanno concesso, durante i rispettivi ritiri estivi, ai propri sostenitori di assistere alle partite amichevoli in maniera contenuta.
PUBBLICO NEGLI STADI - Il presidente della Lega Serie A, ha espresso in conferenza stampa il suo parere in merito: "Oggi, con una gara ogni sette giorni, riteniamo che sia un punto determinante perché i costi sono elevati. Assurdo che per le amichevoli entrano mille persone e per i match ufficiali non entra nessuno. La salute al primo posto, prudenza, ma bisogna fare le cose giuste. In uno stadio da 80mila posti a sedere perché non può entrare una parte dei tifosi? Avviene tutti i giorni ovunque e in ogni contesto di vita. Stiamo parlando di un elemento dirompente per tutti i nostri club. Abbiamo già valutato tutti gli aspetti necessari stadio per stadio, oggi in Lega c’era un problema serio. I presidenti chiedono a noi di affrontarlo nelle giuste sedi perché facendo le cose in totale sicurezza, ripeto, non si può dire che allo stadio non può entrare nessuno".
MEDIA COMPANY - Paolo Dal Pino ha spiegato anche le prossime mosse dopo la conferma della creazione di una media company grazie a fondi privati: "Ora i prossimi passi. Abbiamo deliberato di lavorare alla costituzione con un partner di private equity. Le condizioni devono certo essere verificate al cento per cento e siamo a buon punto per quelle che sono le varie tematiche e progettualità. Ci saranno perciò una serie di comitati tecnici, con tempi abbastanza rapidi. Il calcio è entertainment, il contenuto forse più amato dai telespettatori e la Serie A è questo media. Parlando con i manager di importanti media internazionali, ho capito che bisogna che ci si impossessi del proprio destino e per farlo servono investimenti in risorse e nuove strutture. E’ una sfida colossale, la tecnologia ha cambiato tutto, la fruizione dei contenuti è mutata anche solo rispetto a un anno fa, il marketing ha subito una vera rivoluzione. La Lega per tanti anni ha lavorato con intermediari, ora il valore deve stare in casa. Ci siamo chiesti: questo passo lo facciamo da soli o con un partner? Abbiamo dimostrato di avere difficoltà di governance e la mia esperienza manageriale, ma anche quella dei presidenti, dice che da soli non siamo in grado di farlo. In più la nostra lega dieci anni fa era seconda in Europa, poi è arretrata alle spalle di Bundes e Liga. Oggi abbiamo bisogno di stabilità finanziaria perché il momento è complicato, serve trasformarsi rapidamente, la cultura aziendale è la cosa più importante e noi non ce l’abbiamo. Il debito in Lega è inammissibile. Personalmente sono orgoglioso di essermi confrontato con sei dei più importanti player di private equity al mondo. La mia visione è identica a quella di Aurelio (De Laurentiis, ndr). I presidenti si sono uniti nello stesso cammino, sono responsabili e così trovare il consenso unanime è stato semplice. Visto lo stato attuale delle cose è difficile pensare che qualcuno remi contro".
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