Maradona, Cabrini fa dietrofront: "Mie parole su Napoli travisate, chiedo scusa”
Aggiornamento - Come da previsione le parole di Antonio Cabrini hanno fatto molto discutere e poche ore dopo le sue dichiarazioni ha chiarito la sua posizione tramite i suoi canali social: "Travisate le mie parole, il mio non era un giudizio morale ma sull'energia di una città che non poteva contenere questa passione. Ho pensato che l'ambiente ovattato nel quale ho vissuto alla Juve l'avrebbe forse protetto. Chiedo scusa a chi si è sentito offeso".
Faranno certamente discutere le parole dell'ex campione bianconero Antonio Cabrini per quanto detto ai microfoni di Irpinia Tv di Avellino su Diego Armando Maradona: "E' stato una leggenda vivente e un avversario gentiluomo che come tanti altri fuoriclasse ha saputo dare nello stesso tempo il meglio e il peggio. Sarebbe ancora qui con noi se fosse venuto alla Juve perché l'ambiente lo avrebbe salvato, non la società ma proprio l'ambiente. L'amore di Napoli è stato tanto forte e autentico quanto, ribadisco, malato. Maradona in campo era corretto, disciplinato, veniva marcato in modo pesante, come è noto, ma non si lamentava mai. E questo faceva di lui un avversario leale. Era un leader forte, coraggioso, irraggiungibile, generoso. Il Napoli, grazie a lui, vinse lo scudetto nel campionato 1986-‘87. In quegli anni Napoli divenne una sorta di sua appendice perché Napoli era Maradona e Maradona era Napoli. Fu un amore viscerale. Tuttavia, nell’ambiente pallonaro Maradona non era un giocatore del Napoli , ma era il giocatore di tutti, un fenomeno percepito come tale, a prescindere dalla squadra in cui militava. Per noi Diego fu un esempio di coraggio e di generosità senza eguali".
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