ESCLUSIVA - De Paola: "Alla Lazio problemi per colpa di un giornalista, ma che risate in stanza con Gazza!"
Un calciatore vecchio stampo, appartenente a quella generazione che segna il passaggio dall'atleta al vip. Luciano De Paola, anni 53, oggi allena nei campi di periferia. Il terreno di gioco è in erba sintetica, ai suoi tempi non esisteva nient'altro che la pozzolana. Cresciuto calcisticamente nel profondo sud, De Paola è un combattente del centrocampo, di quelli che al triplice fischio hanno le ginocchia insanguinate e la maglia multicolore. Esplose con il Cagliari di Ranieri negli anni della promozione dalla C alla A. E lui, nonostante la celebrità, girava per la città con una modesta Opel Kadett e non si vergognava di redarguire in allenamento la stella Francescoli per approcci un po' troppo soft. Poi l'incontro con Lucescu a Brescia, De Paola raggiunge buoni livelli, finchè nel 1993 arriva la chiamata della Lazio. Un trasferimento da quasi 3 miliardi di lire anche se l'inizio è decisamente in salita. Sui giornali si diffonde la notizia di una simpatia del giocatore per Rifondazione Comunista: "Questo giornalista rivoltò un'intervista rilasciata al Guerin Sportivo nel 1988, io non avevo assolutamente parlato di politica". Il tifo organizzato chiede ed ottiene un incontro, arriva il chiarimento, De Paola prosegue la sua avventura ritagliandosi un discreto spazio. Negli anni seguenti si divide tra Atalanta, Cosenza, Brescia e Cremapergo, prima di diventare allenatore. La sua esperienza più gratificante probabilmente è quella a Brescia, in Primavera, con la scoperta di tanti talenti, Hamsik in primis. Oggi si diletta in D, commenta le partite per una tv lombarda e gestisce un'impresa edile. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha intervistato in esclusiva Luciano De Paola, tra ricordi e considerazioni attuali.
Dal campo alla panchina, dove combatte oggi De Paola? "Quando ho smesso di giocare ho allenato 7 anni in Primavera (Brescia, ndr), ho avuto un'esperienza ad Arezzo ed ora sono 5-6 anni che alleno in D. E' divertente, passiamo il tempo..."
In quale posizione inserisce la Lazio in un'ipotetica graduatoria? "In testa vedo le solite squadre: Juve, Inter, Milan, Napoli. La Lazio è una squadra che può fare molto bene, ha un allenatore esperto come Pioli che si è comportato bene in altre piazze".
Ma è pronto per un ambiente complicato come quello capitolino? "Pioli ha fatto bene in piazze che non sono all'altezza della Lazio, ma dipenderà molto dai giocatori. Se riusciranno a trovare un equilibrio lo stesso allenatore sarà avvantaggiato, la piazza è difficile, il presidente è un tipo esoso e vuole vincere e con un paio di sconfitte si può andare in difficoltà".
Intanto le uniche vittorie sono quelle politiche di Lotito... "Lotito è un presidente molto attivo, è sempre in giro, vuol fare le riforme. A livello mediatico sta diventando un grande personaggio, il problema è che la Lazio non rispecchia tutto questo. Speriamo che possa fare un grande campionato, in modo che ne possa beneficiare tutto l'ambiente".
Una Lazio che sembrava a misura di Reja. "Edy lo conosco molto bene, abbiamo vinto un campionato di B a Brescia. E' un grande gestore del gruppo, si affida sempre a quei 4-5 elementi di esperienza, è il classico allenatore di una volta. Pensa più ad ottenere subito risultati che al bel gioco".
Riavvolgiamo il nastro. Era il 1993, passò dal Brescia alla Lazio per poco meno di 3 miliardi di lire. "Sono arrivato alla Lazio dopo che Lovati e Pulici mi avevano visto giocare nel Brescia, disputai un grandissimo campionato. Alla Lazio purtroppo ebbi un problema con un giornalista che mise in mezzo la politica, dicendo cose che non erano assolutamente vere. Voleva fare lo scoop, mi ha messo nei casini".
Scrisse che lei simpatizzava per Rifondazione Comunista, questo le creò problemi? "Non mi ha creato problemi in seguito, ho girato tante altre squadre e ho smesso di giocare in Serie A. La situazione si è creata solamente a Roma, questo giornalista rivoltò un'intervista rilasciata al Guerin Sportivo nel 1988, io non avevo assolutamente parlato di politica. E' una questione che non riguarda il calcio".
Calcio giocato e politica, un binomio che non dovrebbe esistere... "Sicuramente, poi se parliamo di politica oggi diventa ancora più difficile. Non mi è mai interessata, anche prima di giocare, già allora non votavo da 7-8 anni".
Lei ha giocato anche con Gascoigne. Cosa ricorda di Gazza? "Ci ho giocato ed eravamo in camera insieme. Paul era un giocatore incredibile. Ricordo quando perdemmo un derby e lui si presentò con le treccine finte. C'era anche Zoff, eravamo in difficoltà davanti a 3000 persone infuriate., fuori dal Maestrelli. Lui si presentò con i capelli fino alle spalle, Zoff rimase incredulo, Gazza tornò negli spogliatoi senza neanche allenarsi, fece la sauna. Un tipo abbastanza estroverso".
Ma dopo il ritiro è stato abbandonato a se stesso... "Sta vivendo un momento difficile, è una persona che poteva dare di più al calcio ma in questo momento mi dispiace per l'uomo. E' un ragazzo d'oro, tutti quelli che l'hanno conosciuto stanno soffrendo con lui".
Un commento finale sulla sua esperienza nella Capitale. "Ho ottimi ricordi, ho giocato in Coppa Uefa, il derby, è una maglia importante".