Contro il Covid con Caicedo sulle spalle, Andrea: "Mi rivedo in lui e ho un desiderio..."
"Mi ha fatto tanto piacere, non me l'aspettavo". Così esordisce Andrea, giovane infermiere dell'ospedale di Palestrina e tifoso della Lazio, che si è ripreso con indosso la tuta protettiva e alle spalle la scritta 'Caicedo 20'. La foto è diventata virale sui social, al punto che sia l'ecuadoriano che la moglie Maria l'hanno condivisa con i propri followers, approfittandone per ringraziare tutto il personale sanitario, autore di vere imprese nel pieno dell'emergenza Coronavirus. Andrea non è stato il primo a portare un po' di calcio in corsia ma, al contrario dei colleghi che hanno optato per esempio per Acerbi e Immobile, ha scelto il 'Panterone'. Ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it, è stato lui stesso a spiegare il motivo: "È partita quasi come una challenge tra infermieri. Sono comparse tute con il nome di Romagnoli, poi Acerbi, Immobile e così via. Ho scelto Caicedo non solo per le sue abilità calcistiche, perché è sicuramente un ottimo attaccante, ma più che altro perché metaforicamente la sua figura professionale ricorda quella di noi infermieri. Siamo stati definiti sempre 'seconde linee', poi adesso, con il Covid-19, siamo considerati addirittura eroi. Caicedo ha fatto il nostro stesso percorso, noi tifosi ci siamo accorti delle sue potenzialità in alcune partite importanti, come con il Sassuolo o contro il Cagliari. Da lì per tutti i laziali è diventato un figura molto importante".
"LA MAGLIA SAREBBE TOP" - Non tanto il giocatore, quanto l'uomo. Mai una parola fuori posto, bensì tanta voglia di aiutare la squadra quando è stato chiamato in causa. Ad Andrea, da buon infermiere, non è sfuggita la parte più umana di Caicedo: "Noi infermieri siamo sempre molto attenti all'aspetto umano del paziente e, nel caso di Caicedo, mi ha colpito molto la sua professionalità, il suo rimanere al proprio posto e fare la differenza quando chiamato in causa". E se potesse parlare direttamente con il suo idolo, il tifoso cosa gli chiederebbe? Indubbiamente tanti gol e punti per raggiungere, magari, quel sogno, comunicato per la prima volta al popolo laziale proprio dall'ecuadoriano. Poi sicuramente, di aggiungere a quella tuta un po' di celeste e trasformarla in una vera maglia, quella della Lazio: "Gli chiederei di continuare a regalarci tanti gol e tanti punti per raggiungere il nostro risultato. Sarebbe un sogno immenso, una delle cose più belle che potrebbe accadere. Soprattutto dopo questa pandemia. Poi, certo, mi piacerebbe avere la sua maglia, sarebbe davvero bello".
LA RIPRESA DEL CAMPIONATO - Infine, il pensiero di chi sta combattendo questa sfida in prima linea sulla ripresa del campionato e l'auspicata conferma di qualche miglioramento in arrivo negli ultimi giorni: "Credo che sia giusto proseguire, non solo per i sacrifici fatti dalla società, ma non ci vedo nulla a proseguire il campionato, con le gare a porte chiuse. I giocatori sono super controllati, il contagi sarebbe pari a zero. Il problema sono le RSA, dove il contagio è avvenuto in maniera importante. In generale stiamo rispondendo bene. Vedo i numeri e, stando io stesso all'interno, le persone che arrivano sono molte meno rispetto all'inizio della pandemia. Nel mio reparto, ci sono pazienti ricoverati dall'inizio della pandemia, ma la maggior parte sono arrivati ultimamente dalle case di cura, da quella di Grottaferrata, Rocca di Papa, di Montecompatri".
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Pubblicato il 23/04 alle 19.30