Ronaldo lascia il calcio giocato... Nel '97 fu ad un passo dalla Lazio, Governato: "Cragnotti voleva portarlo a Roma, l'agente scelse l'Inter"

Il Fenomeno dice addio al mondo del calcio giocato. Ha deciso, tra lacrime e ringraziamenti, di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo. Luis Nazario De Lima meglio conosciuto come Ronaldo, ha messo una volta per tutte la parola fine ad un calvario che durava ormai da diverso tempo: "Quattro anni fa, quando ero al Milan, ho scoperto di soffrire di ipotiroidismo, un disturbo che rallenta il metabolismo e che avrei potuto combattere solo assumendo farmaci che sono proibiti dalle norme antidoping. Ma questo la gente non lo sapeva, e molti hanno parlato a sproposito mettendo in dubbio la mia professionalità".Lascia il Corinthians, dopo l’eliminazione dalla Libertadores e dopo una carriera iniziata in Brasile, sui campi del Sao Cristovao e del Cruzeiro, prima di consacrarsi a soli 20 anni come “Nuovo Re del Calcio”, nel vecchio continente con le maglie di PSV e Barcellona. E’ stato il più forte giocatore degli anni ‘90, a detta di molti, addirittura il miglior attaccante di sempre. Senza i ripetuti infortuni, senza l’obbligo di dover essere schierato per forza nonostante le precarie condizioni fisiche (Francia-Brasile, finale mondiale 1998), molto probabilmente parleremo di un altro Ronaldo, un ragazzo che avrebbe surclassato anche i numeri uno attuali: l’esplosivo Cristiano Ronaldo e l’imprendibile Messi, “Ronaldo è il più grande centravanti della storia”, parole del Presidente dell’Inter Massimo Moratti, colui che ha potuto ammirare il brasiliano con la casacca nerazzurra quando aveva solamente 21 anni, colui che l’ha trattato come un figlio. Proprio nell’estate del ’97, quando fu acquistato dall’Inter, Sergio Cragnotti, ammaliato dalle giocate del brasiliano in maglia blaugrana, tentò di strapparlo ai nerazzurri, “Non conosco i particolari di quella trattativa perché non vi presi parte direttamente, – dice Nello Governato, ex Ds della Lazio - fu il Presidente Cragnotti a parlare in prima persona con Branchini, il procuratore di Ronaldo. Il Patron voleva portarlo a Roma ma alla fine credo sia stato proprio l’agente del brasiliano a spingerlo verso Milano, sponda Inter”. Il Fenomeno con la maglia della società più antica della Capitale, un sogno che non si è mai realizzato ma che allo stesso tempo testimonia l’ambizione smisurata della Lazio di quei tempi. Una squadra unica, quasi irripetibile che è riuscita, anche senza le prestazioni del nativo di Rio de Janeiro, ad imporsi sia a livello italiano che a livello europeo. E chissà come sarebbe cambiata la nobile storia biancoceleste con la classe del Fenomeno…