Lazio, Sarri: "Dimissioni? Non sono pentito. Su Immobile, Luis e Felipe..."

11.09.2024 08:20 di  Alessandro Vittori   vedi letture
Lazio, Sarri: "Dimissioni? Non sono pentito. Su Immobile, Luis e Felipe..."
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Maurizio Sarri manca su una panchina dal marzo scorso. Dopo le dimissioni da allenatore della Lazio il tecnico toscano ha vissuto sei mesi senza panchina, ma la voglia del ritorno è sempre più forte. Il Comandante ne ha parlato sulle colonne della Gazzetta dello Sport, toccando tanti temi legati al campionato e alle sue esperienze passate.

Sulle dimissioni in biancoceleste ha risposto: "Non sono pentito. Per me era un momento di fragilità interiore e personale. C'erano situazioni che non mi piacevano. In quei casi: o rinnovi l'allenatore o lo esoneri, o il tecnico si dimette. E io l'ho fatto. Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson via? Non sono stupito, la sensazione all'interno dell'ambiente è che il ciclo fosse finito".

Parlando dei presidenti avuti Sarri ha indicato Corsi dell'Empoli come il più preparato tatticamente, mentre su Lotito ha aggiunto: "A cena è uno spasso, poi ci puoi litigare discutendo di calcio".

Per il resto la speranza del Comandante è quella di rientrare prima di gennaio e tutto dipenderà dalle offerte che riceverà e dalle motivazioni. In ogni caso non si vede all'ultimo ballo e la voglia di allenare è ancora forte. Il sogno sarebbe quello di guidare il Boca Juniors alla Bombonera, comunque difficile da realizzare. Quanto al campionato vede ancora l'Inter come favorita, ma vuole vedere l'evoluzione della Juventus di Motta e del Napoli di Conte.

Sarri non vuole entrare nei discorsi che lo vorrebbero sulla panchina del Milan al posto di Fonseca, per cui chiede rispetto. Dopo aver esaltato le doti di Giuntoli e le qualità di Higuain, il suo centravanti ideale, dice di non considerare lo Scudetto con la Juventus il punto più alto della carriera: "La gente pensa che la vittoria sia tutto. Per me è importante, ma il viaggio lo è di più".

Parole di ammirazione anche per Conte, grandissimo allenatore e capace di far investire i suoi club. Infine il Comandante prima indica il Mantova di Possanzini come la squadra che lo impressiona per le uscite da dietro e per il palleggio, poi Berardi e Tonali i due giocatori che vorrebbe allenare perché secondo lui una squadra per avere un'anima deve avere un blocco di giocatori del proprio paese.