Petrelli, la Lazio del '74 e le pistole: "Spegnevamo le luci sparando. E quella volta che Chinaglia..."

Aneddoti e risate. Impossibile non commuoversi, però. Ai microfoni di Lazio Style Radio, il noto giornalista Franco Recanatesi e l’ex calciatore della Lazio del '74, Sergio Petrelli, hanno ricordato la compagine di Maestrelli. “Quella era una squadra ineguagliabile - inizia Recanatesi -. Si possono raccontare tantissimi aneddoti. Come quella mania delle armi che c’era all’epoca. Chi la introdusse? Petrelli”. La palla passa allora all’ex Campione d'Italia: “Sì, le portai io nella Lazio”. Una passione, nata in Somalia: “Sono stato due anni in Somalia, vi parlo del ’54. Avevamo un villino, dentro il quale c’era una specie di bunker con delle armi. Ci avevano insegnato anche ad usarle nel caso in cui fossimo rimasti a casa da soli o se fosse successo qualcosa. Non ero un esperto, ma ho capito che tante volte possedere un’arma ti può salvare. Ovviamente parlo di difesa”. E allora come non ricordare quella volta che “Chinaglia, che voleva essere il numero uno, si presentò a Tor di Quinto con un Winchester che disse che era dello stesso modello di quello che uccise Kennedy – racconta Recanatesi -. Per dimostrazione buttò giù la casetta con un lavatoio della signora Gina (ride, ndr)”? Una scena ancora ben impressa anche nella mente di Petrelli: “Sì, ricordo che ci siamo preoccupati molto, gli abbiamo subito tolto l’arma! Per noi era un’abitudine averle. Spegnevamo perfino le luci con le pistole, visto che nessuno si voleva alzare per spegnerle (ride, ndr). Una volta il proprietario dell’albergo ci cacciò, dovemmo cambiare struttura per il ritiro”.
ANCORA PETRELLI - Eppure non è stato facile per Sergio Petrelli assicurarsi la stima dei suoi compagni. Su di lui pesava quel passato nella Roma: "Quella squadra è stata leggendaria, a 40 anni di distanza la ricordano tutti. Vedo che anche i giovani sanno tutta la formazione della nostra Lazio. Venire dalla Roma mi ha creato un po’ di problemi anche con gli stessi compagni di squadra. All’inizio non c’era questo gran legame. Anzi, qualcuno mi criticava anche. Il primo anno, poi, fu per me disastroso".