Peruzzi: "Lotito? Tanto di cappello per quello che ha fatto"

09.09.2009 09:50 di  Daniele Baldini   vedi letture
Fonte: gazzetta dello sport
Peruzzi: "Lotito? Tanto di cappello per quello che ha fatto"
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© foto di Federico De Luca

Su Lazio-Juventus le mani Angelo Peruzzi le ha mes­se parecchie volte: 8 stagioni a Torino e 7 a Formello ti fanno capire come questo grande campione, soprattutto fuori dal campo, spesso sia stato pro­tagonista della sfida che saba­to sera si rinnova all’Olimpico.

Cominciamo da una finale: Su­percoppa italiana ’98.

«Partiamo male... Nel senso che quella sera persi con la Ju­ve, ricordo che mi fecero gol Nedved e Conceiçao allo sca­dere. Ma quello stesso trofeo, già conquistato 2 volte in bian­conero, lo rivinsi con la Lazio, contro l’Inter nel 2000. L’uni­co alzato in biancoceleste».

Ci sarebbe anche una Coppa Italia del 2004.

«Quella conta solo per gli al­manacchi. Non la sento mia perché Mancini preferiva far giocare Sereni. Non nego che allora qualche contrasto con l’allenatore c’era. Ma è un al­tro il mio cruccio da laziale».

Quale?

«Proprio quella sera d’agosto del 2000, sembravamo desti­nati a vincere tutto. Alla squa­dra che aveva conquistato lo scudetto in attacco era stata in­serita una coppia eccellente di argentini, Crespo e Lopez, e poi era arrivato il sottoscritto. Gioco spumeggiante. Sulla carta eravamo i più forti. Ma si ruppe qualcosa nel meccanismo. Il gioco non fluiva come pri­ma e per tutti pagò Eriksson. Peccato perché potevamo vin­cere ancora parecchio. Forse il futuro della Lazio sarebbe stato diverso».

I suoi ricordi più belli in biancoceleste sono a fine carriera.

«Sì, perché con Delio Rossi secondo me abbiamo rag­giunto risultati eccellenti, come il terzo posto nell’anno del ritiro. In un periodo in cui la società stava cercando di superare una grave crisi eco­nomica non era per niente fa­cile » .

Ma poi Lotito non mantenne le promesse con lei.

«Non voglio farne questioni personali. Ognuno la pensa co­me vuole. Se lo incontro lo sa­luterei: tanto di cappello per quello che ha fatto».

Conosce Ballardini?

«So che è un grande professio­nista, maniacale nei particola­ri. Ha già vinto un trofeo im­portante, perché battere l’In­ter a Pechino non è cosa da po­co. Cruz penso abbia dato un tocco di classe ed esperienza a un buon organico. Può restare a ruota delle grandi e lottare per il quarto posto, che signifi­ca Champions. E poi avete vi­sto Muslera? È bastata pazien­za e un po’ di fiducia e il lavoro ha pagato».

Conosce meglio la Juve che in questi giorni se­gue sul campo, visto che ha 8 nazionali.

«Un gruppo già competi­tivo rinforzato special­mente a centrocampo, un reparto di livello inter­nazionale. Farà bene in Champions e in campionato sarà la rivale della favorita Inter».

Si era parlato di un possibile ingresso nello staff di Ferra­ra.

«Ciro è un amico, ma aveva già il suo staff. Mi sa che sto diventando come a Sora Camil­la, tutti la vojono e nessuno la pija».

Cosa farà da grande?

«Sto bene nello staff azzurro. Quando finirò il master di Co­verciano si vedrà».