'Lazio nelle scuole': Rovella e Goldoni all'Istituto M. G. Rossello: le loro parole - FT &VD
Torna l'appuntamento con la Lazio nelle scuole. Il tour della società biancoceleste negli istituti per affrontare la tematica del bullismo e cyberbullismo allargato anche alla promozione della formazione della cultura sportiva. Oggi in rappresentanza delle squadre maschili e femminili Nicolò Rovella ed Eleonora Goldoni, oltre all'aquila Olympia, saranno ospiti dell'Istituto M. G. Rossello di via Flaminia 353. Di seguito le parole dei protagonisti.
ROVELLA - "Il giocatore che mi ha ispirato Modric del Real Madrid, è sempre stato il mio idolo. Bisogna sempre seguire i propri sogni, anche se all'inizio non riconoscono le tue qualità. Bisogna continuare. Anche a me dicevano che era meglio studiare e non giocare a calcio, invece si possono fare entrambe le cose e facendo così ho realizzato il mio sogno. Rialzarsi degli insulti è difficile, ma bisogna essere capaci di parlarne con le persone che ti aiutano. Continuare a lavorare per trasformarli in applausi. Quello che è successo in Udinese-Milan sono cose sbagliatissime, in quel caso erano pochi, ma è giusto che non entrino più in uno stadio di calcio. Noi giocatori dovremmo intervenire, anche se non è facile. Penso sia una cosa importante, ma che spetti soprattutto a chi ne è competente. Nelle squadre in cui ho giocato non mi sono mai trovato in situazioni in cui avvengano atti di violenza in campo e spero non succeda mai a me e a voi. Vincere in Champions? Provi un entusiasmo che non si può esprimere a parole. Studiare e giocare è stato faticoso, ma finire la scuola è importante. La mattina ero a scuola e il pomeriggio avevo l'allenamento".
GOLDONI - "La mia ispirazione è stato Zanetti, capitano dell'Inter e mi piaceva tanto come giocatore e come persona dentro e fuori dal campo. Tutt'ora è un grande modello. Come si ferma il bullismo? Tante volte abbiamo vissuto situazioni di scorrettezza o violenza, verbale e non. In quei momenti dobbiamo porci come la persona che porta armonia e serenità, fermando le situazioni, anche andando controcorrente e trovarci da soli. Dobbiamo chiedere aiuto e allo stesso tempo supportare, andare incontro a quel compagno deriso: perché non è corretto, perché avere conseguenze gravi. Noi dobbiamo essere d'aiuto. Anche a me dicevano che non ero all'altezza, ma bisogna avere ben chiaro il tuo sogno, quella cosa che ti porta felicità. La felicità non va strappata a nessuno, quello che si può fare è tapparsi le orecchi e continuare a lavorare per il tuo sogno, perché cercheranno di strappartelo a tutti i costi. Gli insulti negli stadi? Le istituzioni devono organizzare eventi come questo per far conoscere i temi e i problemi che sono sempre più comuni. Vanno istituite delle vere e proprie regole per combattere atteggiamenti sbagliati. Noi sul tema del bullismo ci confrontiamo, sono cose che capitano ed è giusto portarle a galla e assicurarci che ci sia rispetto nei confronti di tutto e tutti, cercando soluzioni. Scuola e sport sono situazioni parallele, è difficile portarle avanti, ma quando hai la forza di volontà non c'è scusa che tenga. Studiare e crescere culturalmente è importante e ti dà la possibilità di portarlo avanti nella vita".
JUAN - "Addestrare Olimpia è stato facile. Ho iniziato fin da piccolo a fare questo mestiere, nel mio percorso ho lavorato e imparato tanto. L'ho addestrato in due mesi, ma è stato molto importante capire ciò che accade nello stadio. Nonostante la tanta luce, il tanto fumo, tutto quello che accade Olimpia mi ha dimostrato grande fiducia, aldilà del lavoro che faccio. Io mi laureai in ingegneria, mio padre non capiva questo sogno della falconeria, ma oggi sono contento di aver fatto questa scelta. Io essendo il falconiere prendo tanti insulti dagli avversari, ma vado avanti nel mio mestiere. La giustizia e la legge esistono anche dentro uno stadio di calcio. Olimpia ha 14 anni e di solito vivono intorno agli 80 anni. Quindi è ancora molto giovane. Sente l'energia di un luogo, questo avviene anche allo stadio".