Inzaghi e lo staff dei segreti: se la Lazio vola c'è un perché
È calcio, non Quidditch. Eppure la Lazio vola, senza manici di scopa o incantesimi ad hoc. Anzi, spezzando maledizioni. Infrangendo tabù su tabù, demolendo record. Dietro la fortuna, il caso e i complotti - quindi l'invidia -, si cela ben altro. Lo nasconde Inzaghi all'interno del suo mantello dell'invisibilità. È un lavoro duro, costante. Un lavoro che non è mai abbastanza, da perfezionisti. Come Simone. Con lui, fianco a fianco, agiscono altri 11 uomini. No, non è il solito ritornello che va da Strakosha a Immobile. Qui si passa da Grigioni a Farris. È il suo staff tecnico, atletico e di analisti. Dove “suo” ha un significato letterale, più profondo: li ha voluti (quasi) tutti Inzaghi. Come riporta la rassegna stampa di Radiosei, il primo amore nacque con il vice Farris nel 2015. Poi i due collaboratori tecnici: Cecchi, pescato dalla Primavera dell'Empoli (bestia nera di Inzaghi) e Rocchini, arrivato quest'anno per studiare le partite dalla tribuna. Passando per Allavena e Cerasaro, match analyst, oltre a Fabio Ripert. Conosciuto da giocatore ai tempi di Reja, oggi fidato capo dello staff atletico. Con lui lavorano Fonte, Spicciarello e Bianchini. Il più “anziano” del gruppo insieme allo storico preparatore dei portieri, Adalberto Grigioni. Insieme a lui, da tre anni, anche Gianluca Zappalà, preparatore dei portieri di Inzaghi prima agli Allievi e poi in Primavera. Questa è la squadra dietro la squadra, lo staff dei segreti di Simone Inzaghi. A volte per volare non serve un manico di scopa.
Pubblicato il 12-02 alle 09.00