Massimo Maestrelli racconta: "Mio padre ha dato la vita per la Lazio"

23.02.2025 09:00 di  Andrea Castellano  Twitter:    vedi letture
Massimo Maestrelli racconta: "Mio padre ha dato la vita per la Lazio"

RASSEGNA STAMPA - "Il percorso di mio padre è stato particolare. Ovunque sia andato è stato capace di lasciare il segno", inizia così l'intervista di Massimo Maestrelli su suo padre Tommaso, allenatore del primo Scudetto della Lazio, ai taccuini de La Gazzetta dello Sport. "In pochi restano davvero nel cuore della gente come lui. È qualcosa di più grande", dice. Ricordando i tempi nella Capitale, racconta di quando il Maestro girava per Roma con l'Alfa Romeo 1750 e giocatori come Wilson e D'Amico lo prendevano in giro. Ma Tommaso "non era legato alle cose materiali e lo dimostrava con i fatti". E la squadra lo ascoltava sempre: "Volevano dimostrargli di essere migliori degli altri, alla Lazio erano in perenne conflitto e lui non li ha mai fermati".

Maestrelli, per il figlio Massimo, era "libero". Secondo lui, infatti, aveva proprio una predisposizione per i rapporti umani. In tanti per esempio alla Lazio andavano spesso a casa del mister: "Chinaglia era sempre da noi. Avevano un rapporto bellissimo, faceva parte della famiglia". E alla sua squadra teneva tantissimo: "Poteva morire durante la prima operazione, ma è rimasto in vita per salvarla dalla B". Per lui la gara decisiva a Como è stata ancora più bella dello Scudetto del '74. Fortunatamente, secondo Massimo, suo padre non ha vissuto la morte di Re Cecconi: "Sarebbe impazzito, si sarebbe fatto anche dei sensi di colpa".