Tamponi e protocolli: ecco perché Serie A e Uefa viaggiano su rette parallele
La cultura del sospetto, si sa, in Italia domina. C’è poco senso delle istituzioni, se piove è colpa del governo ladro e se qualcosa non quadra la spiegazione più facile va rintracciata nella corruttela di chi ricopre posizioni di rilievo. C’è anche poca voglia di indagare e capire quali sono le ragioni vere, o quanto meno quelle che sono più plausibili, che portano allo sviluppo di una vicenda. Prendiamo il caso Lazio. Caso che per molti è caos. Caos tamponi, derivato dalla mancata convocazione per San Pietroburgo di Immobile, Leiva e Strakosha. Due su tre in campo a Torino due giorni fa, dopo aver saltato la precedente trasferta di Champions a Bruges a causa dei tamponi Uefa risultati debolmente positivi. Esito poi ribaltato dai tamponi effettuati prima della sfida del “Grande Torino”. I tre calciatori si sono allenati con la squadra nella rifinitura di martedì, poi però sono tornati a casa e non sono saliti sull’aereo che ha condotto la Lazio in quella che fu Leningrado.
UEFA - I giocatori sarebbero risultati ancora “debolmente positivi” ai tamponi effettuati dall’Uefa e analizzati da SynLab che da agosto è “UEFA Laboratory Diagnostics Provider 2020/2021”. In parole povere il laboratorio a cui si appoggia l’Uefa per analizzare i tamponi e dare il verdetto di positività o meno. Il protocollo Uefa è molto rigido e prevede che siano effettuati solo test molecolari, il cosiddetto gold standard, il test più affidabile in circolazione che garantisce un’affidabilità del 98% circa e che rintraccia la presenza del coronavirus SARS-CoV-2 grazie a una tecnica di biologia molecolare chiamata RT-PCR (reazione a catena della polimerasi inversa). Il più importante è il valore CT: quello che di fatto sancisce la positività o meno del paziente. Più il valore di questa voce è basso e più la carica virale del malato è alta. Questo perché il CT indica il numero di cicli necessari a far notare ai virologi l'RNA virale; una volta individuato il patogeno, il macchinario usato per l’elaborazione del test si ferma. Se il paziente ha in sé quantità di virus elevate, allora il valore CT sarà decisamente basso perché non servono molti cicli per individuarlo. Se, al contrario, dopo circa 38-40 cicli non è stato ancora rilevato alcun dato dal macchinario, allora il test risulterà negativo.
ITALIA - In Italia il protocollo è cambiato da pochi giorni e ha visto "scendere in campo" i test antigenici o test rapidi. Come vengono comunemente chiamati. Essi danno il risultato dopo circa 40 minuti e adottano parametri diversi per l’individuazione del virus. Questi test verranno probabilmente utilizzati da tutti i club di Serie A a 48 ore da ogni partita di campionato o di Coppa Italia. Se uno di questi test dovesse rilevare un atleta “debolmente positivo”, allora le società dovrebbero ricorrere al test molecolare per accertare la negatività del calciatore in questione. Ma al netto del cambiamento di protocollo avvenuto il 30/10, è evidente che la Lazio abbia effettuato sui calciatori sopracitati dei tamponi molecolari prima di Torino-Lazio e che questi tamponi siano stati giudicati negativi da un laboratorio d'analisi. Tutto secondo procedura. A meno che dietro non ci sia una mega truffa che ci sentiamo tranquillamente di escludere.
PARAMETRI DIFFERENTI E DANNI GENERALIZZATI - La questione, dunque, risiede nel metodo diverso che diverge tra Italia (Serie A) ed Europa (Uefa). Questo nonostante un protocollo basico che però non fissa dei parametri comuni per Serie A (sulla base delle indicazioni del Ministero della Salute) e Uefa. Ciò accade anche (ma non solo) perché il valore di CT non è di per sé un parametro assoluto, ma cambia a seconda del macchinario utilizzato per analizzare il tampone e anche dalla quantità di materiale organico prelevata dal naso o dalla gola con il tampone. Quando si analizzano i tamponi, oltre al valore CT, si studiano altre due voci. Una di queste è il cosiddetto "genoma N" che rileva l'avvenuto contatto con un virus, non per forza il patogeno SARS-CoV-2. Se nel test, risulta un valore leggermente alterato alla voce "N" allora l'Uefa esclude il calciatore dalle gare, la Serie A no. Sarebbe dunque arrivato il momento di uniformare le procedure e consentire ai club europei di non giocare le competizioni Uefa senza giocatori fondamentali. Come accadrà alla Lazio. Ma anche all’Ajax che sfiderà il Midjytlland senza diversi giocatori. Stesso discorso per la Dinamo Kiev che sfiderà il Barcellona, in Champions, senza Baluta e Duelund entrambi in panchina, 72 ore prima, nella sfida contro il Dnipro.
Tamponi e protocolli: ecco perché Serie A e Uefa viaggiano su rette parallele
Zenit - Lazio, probabili formazioni: Fares c'è, coppia inedita in attacco