Lazio | Flaminio, parla Cochi: "È difficile, ma metterei la firma per il 2035"

Alessandro Cochi, nuovo presidente del CONI Lazio, è intervenuto ai microfoni di Radio Laziale per parlare nello specifico della situazione dello Stadio Flaminio in chiave Lazio. Un pensiero, poi, l'ha rilasciato anche sul momento che sta vivendo la squadra di Baroni. Queste le sue parole: "La passione per la Lazio mi accompagna dalla nascita, è di famiglia. Si dice 'di padre in figlio', io parto dai nonni (ride, ndr). La Lazio e la Roma sono impantanati nello stadio di proprietà. Siamo a conoscenza della brutta fine del Flaminio, l'ultima partita era nel 2011. Ora è fatiscente. Ho sempre sostenuto l'idea Flaminio: è difficoltosa, dovrà superare la Conferenza dei Servizi e dobbiamo ancora capire se il progetto è stato presentato nella sua interezza. Diciamo che in una Roma troppo burocratizzata e politicizzata ci sono sempre stati tanti comitati ambientalisti che hanno bloccato diverse opere".
"C'è da considerare poi l'interesse delle varie istituzioni: CONI, Sport e Salute, ecc. Il 2035 sembra lontanissimo, ma ci metterei la firma per vedere lo Stadio Flaminio alla Lazio. So quanto sia difficoltoso fare uno stadio moderno, così come in Europa. In Italia siamo trent'anni indietro sull'impiantistica, salvo alcune eccezioni tipo quella della Juventus".
"La Lazio di Baroni? Non farei una tragedia dopo la gara contro il Bodo/Glimt. Dispiace essere usciti, chissà se ricapiterà a breve una nuova semifinale che ci manca dal 2003. La rosa secondo me è corta; bisogna dare fiducia a mister Baroni che ha iniziato forte, poi dallo 0-6 contro l'Inter qualcosa è cambiato. Il calo però è stato dovuto anche, per esempio, all'infortunio di Castellanos e alla mancanza di un suo sostituto vero. In squadra ci sono 4/5 top player come Guendouzi, Rovella, Zaccagni, Pedro, ma giovedì scorso sono mancati giocatori della tipologia di Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Felipe Anderson che fanno la differenza".
"La Lazio era stanca, ha dato il massimo, aveva ottenuto i supplementari guadagnati sul campo. Dispiace tanto, ma adesso dobbiamo guardare al campionato, anche se vedo squadre in forma come il Bologna che sta meglio. Non dispero comunque, ma aspetto 'il piano industriale' e spero che possa essere messa una cifra importante per lottare per le prime quattro posizioni. Mi sento anche di criticare un po' il mercato di riparazione di gennaio, come negli ultimi vent'anni. E infatti non è stato inserito alcun giocatore nelle gare importanti, come quella contro il Bodo/Glimt. Manca qualcosa a questa squadra, ma non è un buon motivo per non tifarla, soprattutto dopo aver visto lo stadio pieno con tanto entusiasmo. Quella è la Lazio".