Chiesa porta la Lazio nel cuore: "Ambiente fantastico, avrei voluto dare di più..." E manda un messaggio ai tifosi: "Il gruppo di Reja è forte, credete nelle loro potenzialità"

19.10.2011 15:06 di  Valerio Spadoni   vedi letture
Fonte: Valerio Spadoni - lalaziosiamonoi.it
Chiesa porta la Lazio nel cuore: "Ambiente fantastico, avrei voluto dare di più..." E manda un messaggio ai tifosi: "Il gruppo di Reja è forte, credete nelle loro potenzialità"
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© foto di Federico De Luca

Grande campione, grande persona. Enrico Chiesa è un pezzo di storia del calcio italiano e biancoceleste. E’ intevenuto ai microfoni di Lazio Style Radio all’interno della rubrica “Intervista col passato”. Ha vestito la maglia della prima squadra della Capitale per una sola stagione: 2002-’03, periodo di tempo molto breve, condizionato soprattutto da un brutto infortunio che non gli ha permesso di esprimersi all’ombra del Colosseo ai suoi livelli: “Sono arrivato alla Lazio nel momento peggiore della mia carriera, venivo da un infortunio, è stato un anno difficile. Sono sicuro che se arrivavo alla Lazio in un periodo diverso, in una squadra così importante come tutto l’ambiente, mi sarei tolto tante soddisfazioni”.

Che ambiente hai trovato al tuo arrivo a Roma? “Un ambiente bello, mi hanno accolto benissimo, conoscevo praticamente tutti, lo stesso Mancini che ha voluto alla Lazio”.

Che rapporto hai avuto con Mancini? “Il mio rapporto con lui è iniziato quando giocavo nella primavera della Sampdoria, è stato per me un punto di riferimento che poi mi ha accompagnato per tutta la mia carriera, fino ad arrivare alla Fiorentina e alla Lazio dove mi ha allenato. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto”.

Meglio il Mancini allenatore o giocatore? “Da allenatore ha fatto bene in qualsiasi squadra che ha allenato, è andato all’Inter e ha vinto. Da giocatore lo stesso, ha vinto a Genova e soprattutto nella Lazio. Credo che non si possa discutere in nessuno dei due casi”.

Quella Lazio giocava un bel calcio, siete arrivati anche in semifinale di Coppa Uefa contro il Porto di Mourinho. “Si c’era Fiore, Lopez, Corradi. Era una squadra compatta, forte. Forse la stagione è cambiata un po’ dopo il pareggio 3-3 contro l’Inter, stavamo vincendo 3-0. Contro il Porto abbiamo sbagliato la gara di andata, addirittura siamo passati in vantaggio poi ne abbiamo presi quattro”.

Sei rimasto a Roma per una sola stagione. Quando ti è rimasta dentro la tifoseria biancoceleste? “Ho un ricordo speciale, è stato un anno molto bello e con i tifosi ho sempre avuto un bel rapporto”.

Cosa ricordi in particolare dei derby? “Ne ho giocati quattro e viverli  è stato straordinario. Ricordo che il giovedì prima dei derby di campionato c’era tantissima gente agli allenamenti perché Mancini faceva aprire i cancelli. Io ho giocato anche  il derby di Genova ma non è paragonabile a quello di Roma. Nella Capitale lo vivi sempre e quando lo vinci stai bene per almeno quattro mesi”.

Hai seguito la stracittadina di domenica scorsa? La Lazio è riuscita a vincere al 93’… “Sì. Ha vinto la squadra più esperta e forte mentalmente. La partita l’ha fatta la Lazio, merito anche dell’espulsione di Kjaer ma si vedeva chiaramente che la Roma si era un po’ affievolita. I biancocelesti hanno inoltre grandi campioni, ha Klose che è un giocatore forte, di esperienza e segnare un gol al 93’ in quel modo vi assicuro che non è facile”.

Qual è stata la mossa vincente di Reja? Penso sia stato bravo a tenere la squadra tranquilla anche dopo essere andati in svantaggio dopo cinque minuti. La Lazio è sempre stata attenta, equilibrata ed è stata brava a mettere sotto pressione la Roma”.
Enrico sei mai stato vicino alla Roma? “Sì, nella stagione 96’-97’ prima di andare al Parma. Mi aveva cercato Perinetti”.

Sappiamo che uno dei tuoi giocatori preferiti è Sebastian Veron. Che tipo di calciatore era? Avete anche giocato insieme… “Veron è un giocatore straordinario, di grandissima personalità ed un calcio incredibile. Ne ho visti pochi come lui”.

Ha giocato anche con grandissimi attaccanti: Crespo, Batistuta… “Crespo l’ho fatto crescere, è arrivato a Parma che era un ragazzino. Batistuta era un grandissimo finalizzatore, un grande campione”.

Qual è stato il difensore che ti ha creato particolari difficoltà? “Ce ne sono stati: Montero, Samuel, Stam”.

Nella Lazio di oggi qual è l’attaccante che più ti somiglia? “Non saprei, non ce ne è uno. La Lazio ha attaccanti incredibili, forse per caratteristiche fisiche Rocchi che è un signor giocatore, non riesce a giocare molto perché davanti ha due grandi campioni”.

In chiusura, un messaggio per  tifosi della Lazio?! “Hanno una squadra forte, devono credere nelle potenzialità di questo gruppo e la dimostrazione è arrivata nel derby.  Inoltre la Lazio è una squadra che nei momenti difficili è riuscita sempre ad uscirne indenne, merito anche di Reja che, secondo me, è un padre per questi ragazzi”.