Piscedda e la questione giovani: "Meglio i prestiti in B che le seconde squadre. Speriamo che Tavecchio e Conte..."
Sempre alla ricerca di nuovi talenti italiani che militano nei settori giovanili, l'ex difensore biancoceleste Massimo Piscedda ha seguito di persona al campo Gentili il match dei Giovanissimi Nazionali biancocelesti di Daniele Franceschini (1-1 contro L'Aquila). L'attuale selezionatore della B Italia si è fermato a parlare ai microfoni degli inviati de Lalaziosiamonoi.it, con un occhio particolare sulla situazione dei giovani nel panorama calcistico italiano.
Mister, negli ultimi tempi si è aperto il dibattito sulla formula delle seconde squadre, proprio come accade nei migliori campionati in Europa. Cosa ne pensa?
Non sono molto favorevole a questa soluzione. Il concetto di squadra B in Italia non è fattibile perché c’è il rischio di far giocare i tanti stranieri e chi non trova spazio la domenica in Serie A. Per questo ritengo che non sarebbe utile per la valorizzazione dei giovani. La Serie B attuale è la miglior palestra per i ragazzi che si affacciano al calcio professionistico.
In Federcalcio si è aperta la nuova era Tavecchio, mentre in Nazionale il neo ct Conte ha assunto anche il ruolo di responsabile delle selezioni giovanili azzurre. Vede un futuro migliore per i giovani italiani?
Non penso che con due persone si possa riformare l’intero sistema calcio. Il problema è che in Italia manca la cultura del giovane. Il più delle volte si preferisce prendere un giocatore straniero anche se non se ne conoscono esattamente le qualità tecniche. Credo che il patrimonio di giocatori che ha l’Italia sia molto importante e qualcuno ci dovrebbe scommettere di più. Tavecchio e Conte sono due persone che vogliono puntare sui nostri giovani, aspettiamo i risultati.
Ha toccato un tasto impostante, quello dei tanti stranieri in Serie A. E' sempre più difficile vedere una squadra che schiera per la maggior parte giocatori italiani...
Qui non si tratta di fare la guerra agli stranieri. Quando giocavo io ad esempio, per ogni squadra c’erano soltanto due stranieri che alzavano il livello qualitativo della squadra. Il problema attuale in Italia è che in una rosa di 30-35 giocatori ci sono 25 stranieri e soltanto 7-8 scendono in campo la domenica, il resto va in panchina o in tribuna. A questo punto è preferibile pescare dal proprio settore giovanile i ragazzi più interessanti.