Lazio, Bernabè e un altro delirio intriso d'ipocrisia
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Juan Bernabè è tornato a parlare e a far discutere. Stavolta l'ex falconiere della Lazio ha attacco direttamente il presidente Lotito, reo di averlo voluto cacciare da Formello dopo lo scandalo delle immagini pubblicate dallo spagnolo sui social network e le dichiarazioni successive a La Zanzara su Radio24. Bernabè si è anche autoproclamato martire della Lazio e condottiero della battaglia per liberare il club dalla presenza di Lotito. Deliri di un uomo in difficoltà, scaricato anche dalla tifoseria organizzata, dopo troppi episodi in cui allo stile e al ruolo di aquilifero si erano sostituiti show di dubbio gusto in abbigliamento poco consono a un uomo di oltre 50 anni che ha il compito di accompagnare il simbolo di un club glorioso come la Società Sportiva Lazio. Bernabè dimentica che dal 2010, da quando è arrivato a Roma, ha guadagnato centinaia di migliaia di euro grazie alla Lazio. Soldi elargiti dal club gestito da Lotito che, però, fino a due mesi fa, prima dello scandalo post operatorio, non rappresentava certo il male assoluto della società agli occhi del falconiere. Uno schema prevedibile quello scelto da Bernabè, attaccare Lotito a caccia di consensi, senza considerare però che fino a quando era alle dipendenze della Lazio, mai si era sognato di muovere qualche critica. Pecunia non olet, direbbe proprio Lotito.
Tanto tremenda la situazione a Formello per Bernabè, tanto sofferta, che lui è ancora lì, imperterrito, nonostante sia stato scaricato dal club e dal cuore del tifo di Curva Nord e Tribuna Tevere. È vero che la legge permette all'ex falconiere di rimanere nel centro sportivo fino al termine della convalescenza, ma dove sono, caro Juan, orgoglio e dignità che tanto sbandieri? Dov'erano quando hai mostrato il pene sui social network, incurante della platea alla quale rivelavi le tue pudenda? Dov'erano orgoglio e dignità quando in diretta radiofonica dicevi d'aver fatto quell'intervento per il "bisogno di eiaculare" più volte al giorno e per essere "più prestante" sessualmente? Ognuno è libero di fare ciò che vuole nel proprio privato, sempre nel rispetto del prossimo, a patto che rimanga privato. Appunto. Soprattutto se si ha un ruolo di rappresentanza in club importante come la Lazio, una società che rappresenta tutto per un popolo intero. E invece Bernabè ha deciso di esporre la Lazio al ludibrio altrui, pensando solo a a se stesso, alla propria immagine (surreale, per non dire altro) di maschio alfa. Non ci sono scuse o giustificazioni per un momento tanto degradante. La Lazio, caro Juan, è una cosa seria, la Lazio è di chi la ama davvero, di chi la segue, di chi la sente nell'anima, non di chi la usa per il proprio tornaconto.