SPORT & ORTOPEDIA - Professor Lovati e Lalaziosiamonoi.it, sesto appuntamento: i fattori di crescita, una terapia sicura...
Di settimana in settimana, un viaggio attraverso l'ortopedia, alla scoperta delle patologie più comuni che colpiscono sportivi a livello agonistico e non. L'intento della rubrica "Sport&Ortopedia", a cura del Prof. Stefano Lovati, nasce proprio con questo scopo: informare, e istruire il lettore. Nel sesto appuntamento trattiamo di una terapia innovativa -forse ancora poco nota ai più- come i fattori di crescita. Utile per la rigenerazione dei tessuti e applicata in particolare a tendiniti acute e alterazioni delle cartilagini. Il Professor Lovati, Specialista in ortopedia e traumatologia, Responsabile ortopedico della S.S. Lazio calcio, nonché Responsabile Sport Clinique Paideia, ci guida alla scoperta di questa terapia. Ricordiamo che con l’ausilio del link di riferimento è possibile approfondire le tematiche affrontate, anche in maniera del tutto personalizzata.
Chiamati anche PRP (platelet rich plasma), o gel piastrinico, i fattori di crescita rappresentano oggi una valida terapia per la rigenerazione dei tessuti. L’ importanza delle piastrine è dovuta principalmente al fatto che, aderendo fra loro, favoriscono i processi di coagulazione del sangue in presenza di emorragie, traumi o ferite. Al loro interno contengono i fattori di crescita (Grow Factors), in grado non solo di stimolare una rigenerazione tissutale molto più rapida del normale, ma anche di amplificare una imponente risposta antinfiammatoria locale chiamata chemiotassi. La metodica è molto semplice, si tratta di prelevare un piccolo quantitativo di sangue dal medesimo paziente, (circa 8cc), e sottoporlo ad un processo di centrifugazione attraverso specifici macchinari per circa 6/8 minuti. Tale procedimento di separazione dividerà la componente piastrinica dalla restante porzione ematica dando origine ad una nuova sostanza molto più ricca di piastrine. Tale composto a questo punto sarà pronto per essere infiltrato nella zona da trattare. Le piastrine una volta introdotte, tendono a rompersi liberando i fattori di crescita. Fra i vantaggi principali del PRP vi sono la sicurezza (il sangue viene prelevato dallo stesso paziente che lo utilizzerà), e la semplicità di esecuzione.
In ortopedia quali sono le patologie che possono essere trattate. Molte alterazioni della cartilagine in particolar modo quelle ginocchia e delle caviglie, nelle tendiniti acute e croniche soprattutto dell’achilleo, nelle gravi lesioni muscolari, in questo caso sotto controllo ecografico è possibile andare a “riempire” la lacerazione tissutale, ritardi di consolidazione ossea, fasciti plantari, epicondiliti, pubalgie, ritardi di chiusura delle ferite.
Accorgimenti per il trattamento
Prima di effettuare il trattamento il paziente viene sottoposto ad esami ematici di controllo (emocromo), per valutare l’effettiva concentrazione delle piastrine che se insufficienti non garantirebbero il reale impiego.
Quante infiltrazioni si fanno
Dipende dalla patologia e dalla metodica effettuata, la quantità di piastrine, e la concentrazione e rilascio dei fattori di crescita, dipendono fortemente dal tipo di kit utilizzato e da come le piastrine sono attivate. Generalmente due o tre infiltrazioni a distanza di 15 giorni l’una dall’altra sono sufficienti.
Tale metodica può ricostituire la cartilagine?
Bisogna specificare che non si tratta di cellule staminali, ma di un prodotto biologico autologo in grado di favorire e di aiutare una rigenerazione tissutale. Nelle gravi artrosi ad esempio, la metodica trova difficoltà a ricostruire un fisiologico mantello cartilagineo, ma è di estrema efficacia nel diminuire la carica infiammatoria e di conseguenza il dolore. La funzione principale dei fattori di crescita, è quella di stimolare la proliferazione del collagene, e di richiamare e riattivare una parte di cellule staminali.
A quale età si possono fare
Essendo un prodotto autologo, possono essere effettuati a qualsiasi età, ma viste le patologie che va a trattare, il loro campo d’applicazione è principalmente eseguito in età adulta.
Quali accorgimenti dopo le infiltrazioni
Nessun accorgimento o procedura particolare, si tratta di una semplice infiltrazione che non lascia esiti particolari. Consiglio semplicemente di non effettuare particolari sforzi per le successive 12 ore, di applicare un po’ di ghiaccio sulla regione trattata, e di evitare se possibile l’utilizzo di antinfiammatori per i due giorni successivi.
Eventuali complicazioni
Trattandosi di materiale prelevato dall’organismo stesso, il rischio di reazioni allergiche è nullo, e il rischio di infezioni crociate derivate dall’utilizzo di materiali di origine animale è impossibile. Come qualsiasi trattamento iniettivo è possibile avere un piccolo ematoma sottocutaneo con un lieve gonfiore che peraltro tende a scomparire nel giro di poche ore. Come per tutte le metodiche è indispensabile una corretta indicazione e una precisa tecnica di esecuzione della procedura. A volte il risultato può non essere immediato in quanto il processo di guarigione del tessuto richiede tempo, anche se si può assistere frequentemente ad una riduzione del dolore già poche ore dopo l’infiltrazione.
Per ulteriori approfondimenti su problemi di natura ortopedica il Professor Stefano Lovati, vi invita a contattarlo direttamente alla sua email, o visitare il suo sito internet. Cliccate sui rispettivi banner per il link desiderato.
Dottor Stefano Lovati
Specialista in ortopedia e traumatologia
Responsabile ortopedico S.S. Lazio calcio
Responsabile Sport Clinique Paideia