SPORT & ORTOPEDIA - Professor Lovati e Lalaziosiamonoi.it, 13° appuntamento: il gomito del tennista
Categorie diverse accomunate dalla stessa sindrome infiammatoria. Golfisti, tennisti, ma anche parrucchieri, massaggiatori, fisioterapisti, pianisti, aimè chirurghi ortopedici, chi li riunisce tutti?Nell tredicesimo appuntamento della rubrica Sport&Ortopedia, curata dal Prof. Stefano Lovati, Responsabile ortopedico della S.S. Lazio calcio e Responsabile Sport Clinique Paideia, andremo ad analizzare l'epicondilite, o gomito del tennista. Colpisce chi svolge attività manuali, i ricordiamo che, per voi utenti de Lalaziosiamonoi.it, è possibile formulare i vostri quesiti ed ottenere opportune risposte, senza incorrervi. Inoltre, con l’ausilio di un link di riferimento, potrete approfondire le tematiche affrontate, anche in maniera del tutto personalizzata.
Cos'è?
L’epicondilite (chiamata anche gomito del tennista), è una sindrome infiammatoria dolorosa localizzata al gomito delle fibre tendinee di quei muscoli dell'avambraccio che permettono l'estensione delle dita e del polso e che s'inseriscono sull' epicondilo, (tuberosità presente sull’estremità laterale dell’omero). Colpisce entrambi i sessi dopo i trenta anni, soprattutto individui che svolgono attività manuali che richiedono l'utilizzo frequente e ripetuto di attrezzi che comportano movimenti continui e ripetuti del polso e del gomito. Tratto spesso comune dei pazienti, è il racconto di una abitudine ad eseguire movimenti ripetitivi del gomito o di forza che coinvolgono anche l’estensione del polso. Possibile fattore scatenante dell' epicondilite può essere anche un trauma diretto localizzato.
Altre possibili cause
Appare importante la predisposizione individuale come fattore causale delle patologie dei tendini, in quanto a parità di microtraumi reiterativi non tutti i soggetti manifestano tendiniti acute. E’ interessare notare coma l’epicondilite sia più frequente fra i giocatori occasionali di tennis che fra i professionisti, anche se essi si allenano molte ore ogni giorno. È chiaro che il corretto movimento tecnico, sostenuto da un corretto equilibro dei muscoli agonisti ed antagonisti, riduce al minimo il rischio di danno dovuto allo stimolo funzionale. Da sottolineare che negli ultimi anni i materiali adottati nelle racchette da tennis, hanno ridotto di molto le vibrazioni, riducendo di fatto il sovraccarico funzionale a livello del gomito.
Sintomi
Il dolore a volte molto acuto, è riferito in regione laterale del gomito, esteso lungo l’avambraccio a volte irradiato fino alla spalla. La zona di maggiore dolore corrisponde all’inserzione dei tendini sull’epicondilo laterale dell’omero. Spesso la comparsa dei sintomi, segue di qualche ora ad uno sforzo o ad una attività impegnativa, altre volte la comparsa della sintomatologia è più subdola, lenta, tanto da non riuscire ad individuare una precisa causa. L’intensità del dolore è variabile da lieve ad intensa, può manifestarsi dopo intensi sforzi, ma anche dopo movimenti banali come sollevare un bicchiere, girare una maniglia, stringere una mano. A volte nei casi eclatanti può disturbare il riposo notturno.
Diagnosi
E’ prettamente clinica, e si basa sia sull’anamnesi, che sull’esame del paziente. A volte può essere utile un esame ecografico per mettere in evidenza un eventuale inspessimento dei tendini, oppure una radiografia per accertarsi di possibili calcificazioni o speroni ossei nella zona circostante l’inserzione tendinea. L’epicondilite non provoca complicazioni gravi, ma se non la si cura il dolore può cronicizzarsi e diventare più difficile da guarire. La diagnosi differenziale va posta con la cervicobrachialgia, e con la osteocondrosi del gomito.
Terapia
La terapia dell’epicondilite sia acuta che recidivante, è primariamente conservativa e consiste inizialmente in impacchi di ghiaccio tre volte al giorno per 30 min, il maggior riposo articolare possibile, e una terapia con antinfiammatori. Spesso si associano macchine fisioterapiche come ipertermia, ultrasuoni, laser ad alta energia, e manovre osteopatiche per diminuire il sovraccarico, e allungare la giunzione miotendinea. Nei casi resistenti, è possibile effettuare un ciclo di infiltrazioni locali con cortisone. Buoni risultati si hanno dall’inoculazione dei fattori di crescita (PRP), in corrispondenza della zona dolente. Fallita la terapia incruenta al perdurare della sintomatologia dolorosa, si ricorre al trattamento chirurgico che consiste (ci sono varie tecniche adottate), nell’allentare la tensione dei tendini nella loro inserzione sull’epicondilo.
Consigli
Modificare il modo in cui si affrontano determinate attività, ad esempio chi gioca a tennis può cambiare racchetta e prenderne una con un manico più piccolo, chi fa uso di mouse trovare un appoggio dell’avambraccio durante i movimenti, fare stretching e ginnastica per i muscoli collegati al gomito per rafforzare i muscoli.Di solito è possibile fare gli esercizi a casa, ma nei casi più gravi sarà necessario l’aiuto del fisioterapista. Esistono bende e tutori da applicare sotto il gomito in grado di diminuire il sovraccarico del tendine e quindi il dolore. Li si può usare sia a riposo che durante l’attività fisica.
Per ulteriori approfondimenti su problemi di natura ortopedica, il Professor Stefano Lovati vi invita a contattarlo direttamente alla sua email, o a visitare il suo sito internet. Cliccate sui rispettivi banner per il link desiderato.
Specialista in ortopedia e traumatologia
Responsabile ortopedico S.S. Lazio calcio
Responsabile Sport Clinique Paideia