Lazio-Sassuolo e il rigore dato ai biancocelesti: il regolamento dà ragione ad Abisso
Ed ecco il VAR di nuovo sul patibolo. VAR e arbitri. Fanno discutere le scelte dell’ultimo weekend di Serie A. Dopo le critiche a Fabbri per la direzione di Juventus-Milan, pure Rosario Abisso finisce nel calderone delle polemiche dopo Lazio-Sassuolo. Il crimine: aver fischiato un calcio di rigore a favore dei biancocelesti per un fallo di mano di Locatelli su cross di Patric. La palla sbatte prima sulla schiena dell’ex Milan, poi sul braccio. E le dicerie tra campi e spalti, negli ultimi anni, hanno portato a credere che se il pallone tocca prima un’altra parte del corpo e poi il braccio, non è mai rigore. Sbagliato.
REGOLAMENTO - Come già spiegato ampiamente nella nostra moviola, la regola sul fallo di mano dice altro: “Non è di per sé automaticamente involontario un fallo di mano che avviene dopo che il pallone è rimbalzato su altra parte del corpo". Tradotto: il rigore per la Lazio è sacrosanto. Un altro discorso è l’uniformità di giudizio. Una scelta che al momento poteva sembrare scellerata, visto che la sera prima non veniva fischiato un rigore al Milan per un fallo di mano di Alex Sandro, simile per certi versi a quello subìto dai biancocelesti.
NON VA DIMENTICATO - Che si parli tanto del rigore dato alla Lazio, che sicuramente farà scuola, è cosa buona e giusta. Eppure non va dimenticato il penalty che alla banda di Inzaghi manca nel primo tempo. Tutte le moviole dei quotidiani lo riportano. La Gazzetta dello Sport, nella dettagliata descrizione di Alessandro Catapano, scrive: “All’8’ Demiral scivola e cadendo a terra si trascina dietro Immobile: danno procurato, ci stava il rigore”. E qui non esiste uniformità di giudizio. Polemiche a parte, gli arbitri sbagliano perché sono umani. VAR o non VAR, il calcio va così.
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