Lazio, è la vittoria del gruppo! Il coraggio di cambiare senza paura di sbagliare

La Lazio torna a brillare con coraggio, cuore e alternative. Isaksen stende l'Atalanta e rilancia i ragazzi di Baroni. E il cammino continua…
07.04.2025 07:30 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Alessandro Zappulla - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, è la vittoria del gruppo! Il coraggio di cambiare senza paura di sbagliare
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La Lazio ha mostrato le vecchie vesti. Quella cattiveria arrogante della debuttante inattesa. Le mentite spoglie della squadra giovane e dalle poche aspettative. La Lazio ha vinto lottando senza sosta dal primo all'ultimo minuto, dal primo all'ultimo contrasto. La Lazio ha mandato in scena una prova maiuscola fuori dal contesto dimesso in cui si era infilata, un acuto da soprano che richiama alla memoria antiche musicalità passate. A Bergamo contro l'Atalanta, a Bergamo "contro la squadra più europea del campionato", come l'ha definita Manuel Lazzari in conferenza stampa, a Bergamo dove Baroni si è affidato alle "alternative" la Lazio è tornata a entusiasmare come non faceva da tempo.

Il ciclo delle partite impossibili è iniziato e la Lazio delle scommesse ha mandato in campo la squadra delle meraviglie per iniziare a rendere possibile l'impresa. Cuore e testa e testa e cuore. Una mistura esplosiva che ha esaltato una compagine che in questi giorni si è ricompattata. "Ho creato un fortino a Formello in cui ho infilato la squadra e i miei collaboratori", ha spiegato Baroni. Una barriera contro le critiche. Una diga alzata per respingere le ansie.

Ma la Lazio ha fatto di più. Baroni ha fatto di più. Al netto degli infortuni che più o meno hanno inibito cambi e alternative in questi mesi, a Bergamo il tecnico ha puntato forte sui suoi ragazzi.  La Lazio contro i nerazzurri si è trovata a correre, lottare e vincere anche con le seconde linee. È così che al Gewiss Stadium è stata di nuovo la serata di Mandas paratutto, la gara di Pellegrini chiamato in corsa a sostituire Tavares. La partita di Dele Bashiru, muscoli e generosità, bravo a disegnare l'assist per il solito indomito Isaksen. Atalanta-Lazio è stata la gara di Rovella in un crescendo rossiniano. La partita del debuttante (titolare) Belahyane, già professore di metà campo. A Bergamo hanno corso tutti e ha preso applausi pure il giovane Provstgaard, entrato con autorità in mezzo al campo.

La vittoria contro gli uomini di Gasperini ha ricordato l'impresa di Napoli, con lotta, sudore e difesa. Ha ricordato la Lazio delle posizioni fluide in campo, dei ruoli camaleontici, dei titolari riserve e delle riserve titolari. E non c'entrano le defezioni o gli infortuni (pure in questa circostanza non c'erano Guendouzi e Romagnoli, con Taty appena ristabilito), ma ha inciso il coraggio delle scelte. Ha prevalso la carta della responsabilità.

Perché la Lazio è figlia di un giovane progetto. Perché la Lazio è al primo anno di un percorso a medio termine. Perché la Lazio può sbagliare e inciampare, ma lo deve fare in gruppo. La Lazio è un corpo e un'anima come a Napoli, come a Bergamo e come quando ha mandato al tappeto mezza Serie A. La Lazio è una squadra e non un insieme di individualità. Questa è la grande lezione assimilata dal sudore del Gewiss.

Guai a venir meno al patto di inizio stagione. Uno per tutti e tutti per uno. Le vittorie così saranno più belle e le sconfitte meno pesanti. Questa è la chiave per non fallire sogni e aspettative, a prescindere dai risultati

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Pubblicato ieri alle 23:55