Calciomercato Lazio, tilt Kamada: Tudor riflette sul futuro
Un mosaico che lascia interdetta l'immagine d'insieme. Tessere che quadrano e tessere che mancano, la Lazio è nel caos della rifondazione: divisa, ferita, spaccata in due nell'anima. Tudor è in vacanza, ma i pensieri si affollano sul futuro. Il presente è pesante e non è solo quello dei risultati raggiunti sul campo. Quelli sono ormai archiviati nel taccuino dei ricordi. L'oggi è adesso, proiettato al mercato. L'oggi dice che Daichi Kamada non è più un calciatore della Lazio. L'oggi annuncia un caos a tutti gli effetti, tra le mura di Formello. Il giapponese non ha esercitato la clausola e da oggi può ritenersi libero. Un colpo basso che la Lazio incassa a inizio mercato. Un colpo che piega le gambe e non dà modo di reagire. "Io vorrei 11 Daichi", aveva detto il tecnico della Lazio. Una richiesta, più che un diktat. Una speranza caduta nel vuoto. Il prediletto di corte non è più a Formello.
La lunga trattativa si è arenata fra cavilli e richieste. La clausola rescissoria (non confermata dalla società) sembrerebbe essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Più soldi, più garanzie sulla guida tecnica e una clausola bassa x rescindere il contratto. Condizioni capestri che Lotito non ha voluto accettare a fronte dei 3.2 milioni garantiti al calciatore per 2 anni. Scelta economica e di bontà tecnica, che passa attraverso la valutazione del patrimonio. Tudor era partito dal giapponese per fissare i paletti della nuova rosa. La Lazio ci ha provato, ma al muro alzato da Kamada nulla ha potuto. Una realtà che cozza con l'idea di sinergia e di comunione d'intenti. Il tecnico e la Lazio sono già lontani. Obiettivi e aspettative non collimano. Tecnico e società parlano lingue differenti e mai come in questo momento si sono ritrovati così distanti. Tanto che nel caos di molteplici questioni da risolvere potrebbe presto innescarsene un'altra, quella di Igor Tudor.
L'allenatore laziale infatti non vuole immolarsi. Tudor ha scelto la Lazio per crescere e far crescere la squadra. Un desiderio minato però dalla stessa realtà biancoceleste. Gruppo vecchio da ringiovanire, poco adatto al suo calcio e con qualche testa calda da digerire. Insomma non proprio gli ingredienti giusti per decollare e forse nemmeno quelli che aveva sognato in partenza. Ecco perché dopo l'addio di Kamada, allenatore e club hanno compiuto un ulteriore passo su direzioni opposte. Tudor dalla Croazia sta meditando la separazione anticipata. Una presa di posizione che a Formello però smentiscono. Il tonfo nel morale del mister per via di Daichi è stato tuttavia fragoroso e il pensiero di abbandonare la nave non è poi così lontano. Molto dipenderà da Lotito e dalla sua voglia di riconvertire una rosa totalmente inadatta sul modello Tudor. Cessioni e acquisti funzionali, investimenti e operazioni dispendiose. Un mercato profondo che rischierebbe comunque di lasciare più di qualcuno scontento. C'è nervosismo, c'è indecisione. La Lazio è a un bivio e senza Kamada la dicotomia squadra allenatore è addirittura più evidente
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Pubblicato alle 8:00