Siviglia: "Io un simbolo della Lazio operaia. Lotito? La sua chiamata mi cambiò la vita"

Siviglia ha ricordato gli anni alla Lazio nell'intervista rilasciata a Gianluca Di Marzio: "Un giorno Tare riuscì a bere due litri di tè in due minuti".
18.11.2020 10:45 di  Elena Bravetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Siviglia: "Io un simbolo della Lazio operaia. Lotito? La sua chiamata mi cambiò la vita"
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© foto di Federico Gaetano

In un'intervista rilasciata a Gianluca Di Marzio, Sebastiano Siviglia ha ripercorso la propria carriera, raccontando anche gli anni vissuti tra le fila della Lazio. Un periodo che l'ex difensore custodisce nel proprio cuore, insieme a tutte le persone conosciute nel corso della parentesi biancoceleste. E Simone Inzaghi è uno di questi: "Spesso vado a Formello a guardare da vicino il lavoro del mio amico Inzaghi: Simone ormai è un top, apprezzo moltissimo la sua capacità di gestire e valorizzare il gruppo".

"TARE? SEMBRA BURBERO..." - “Quante risate e scherzi. Dall’esterno Tare sembra duro, burbero, invece non puoi capire... Inzaghi lo 'stuzzicava' sempre e Igli replicava. Una volta per saldare un debito a calcio-tennis, Tare ha bevuto due litri di tè in 2 minuti. Tutto questo avveniva in maniera naturale perché c’era grande empatia di gruppo. Per non parlare di Pasquale Foggia (oggi ds del Benevento, ndr) con cui ho condiviso la stanza in ritiro per anni, ci lega un rapporto di vera stima e affetto, e Fabio Firmani, un grande amico. Eravamo un gruppo meraviglioso”.

"UNA CHIAMATA MI CAMBIA LA VITA" - “Sono Claudio Lotito, vieni alla Lazio? Abbiamo bisogno di te, ma sappi che devi abbassarti lo stipendio perché abbiamo bisogno di tenere i conti sotto controllo”. Una telefonata alle due di notte. Tutt'altro che scontato il primo contatto di Siviglia con la Lazio: “Pensavo fosse uno scherzo, glielo dissi anche…”

"UN SIMBOLO DELLA LAZIO OPERAIA" - “Oggi ti dico che non è stato facile, specialmente all’inizio. All’epoca era una Lazio da ricostruire dalle fondamenta, il ridimensionamento degli ingaggi era un requisito essenziale per la sopravvivenza del club. I tifosi faticavano ad accettare un ridimensionamento dopo l’era Cragnotti, ma piano piano con tanto lavoro e sacrifico riuscimmo a far riaccendere la passione nel pubblico. E io sono fiero di essere stato uno dei simboli di quella Lazio operaia”.

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