Rossi pressa la Lazio:"L'incertezza toglie autorevolezza.."

27.04.2009 16:05 di  Daniele Baldini   vedi letture
Fonte: Corriere dello sport
Rossi pressa la Lazio:"L'incertezza toglie autorevolezza.."

Avrebbe preferito non par­larne, ma è stato tirato dentro l’ar­gomento rinnovo nel post-partita su Sky e poi ha proseguito in conferen­za- stampa. La conferma di Rossi non dipende da Rossi, questo si era già capito. Il tecnico roma­gnolo ieri l’ha spiegato un’al­tra volta, chia­mando in cau­sa la società con garbo e al­trettanta deci­sione. Forse si sarebbe aspettato una conferma, o un segnale, dopo la semifinale con la Juve. L’Inter non l’ha aiutato, perché solo attraverso la finale di Coppa Italia con la Sampdoria potrà raggiungere la qualificazione Uefa che Lotito ritiene l’obiettivo mini­mo. E allora magari dovrà attende­re il 13 maggio. Ma è ovvio che le incertezze e il tempo che scorre pos­sano creare tensioni a fronte delle conferme verbali di Lotito.
Così, quando Ilaria D’Amico, gli ha chiesto se non era tardi aspetta­re fine maggio per parlare di futuro, Rossi ha spiegato: «Ho già risposto, è l’ultimo dei miei problemi, la stra­tegia la fa la società e non l’allena­tore, le scelte anche. Quindi i tempi deve deciderli la società. Poi vedre­mo cosa succederà» .
Pensa di aver meritato la confer­ma?
«Penso che queste valutazioni non mi spettino. Toccano alla società, al­la gente».

Sembra che non le interessi mol­to la conferma...

« Da diciotto anni, nella mia car­riera, ho sempre alle­nato. Mi interessa al­lenare alla mia ma­niera e se non lo potrò fare qui, andrò a farlo da un’altra parte».

La Lazio ha le carte giuste per trattenere Zarate?

«Non so neanche io quali sono le mie carte, figuriamoci quelle di Zarate».

La Lazio ha giocato delle grandis­sime partite. Non pensa dovrebbe­ro essere state sufficienti per una conferma?

«Io parto dal presupposto che so­no un allenatore di calcio, non un gestore. Un tecnico deve essere va­lutato attraverso i risultati, ma an­che attraverso altre cose: come por­ta avanti un progetto, come fa cre­scere i ragazzi, se riesce a far sì che all’interno del campo ci si ritrovi. Queste sono valutazioni. La strate­gia deve farla la società. L’allenato­re è colui che mette in campo la strategia della società».

Non è un problema il mancato rinnovo?

«Questi sono discorsi fuori luogo. Il mio futuro si deciderà più avanti. Tutti gli altri discorsi non hanno senso » .

Ma le incertezze non creano di­sturbo?

« Le incertezze possono creare problemi nell’entourage. Possono togliere autorevolezza. Io continuo a lavorare. Ma non dipende da me. Non posso chiamare la so­cietà e metter­mi a sedere».

Pensa che la società riscat­terà Matuza­lem?

« Penso che si sappia dove inter­venire e migliorare, ma non faccio discorsi sul singolo. Poi dipende da come vuoi giocare, da chi devi ri­scattare e così via».

Lei avrà le sue idee su questa La­zio?
« Certo. Ho le mie idee su come poter migliorare. Ma non dipende da me. Stiamo parlando di gente che fa calcio da tanti anni, non da ades­so » .

Ma un progetto non dovrebbe avere degli obiettivi precisi?

«Un progetto si fa, per il mio mo­do di vedere, di tre anni in tre anni. La strategia fa il risultato. In Italia, invece, spesso accade il contrario. Giovedì sei un fenomeno perché hai battuto la Juve, oggi meno perché abbiamo perso con l’Atalanta».
«Non posso chiamare