Rossi pressa la Lazio:"L'incertezza toglie autorevolezza.."

Avrebbe preferito non parlarne, ma è stato tirato dentro l’argomento rinnovo nel post-partita su Sky e poi ha proseguito in conferenza- stampa. La conferma di Rossi non dipende da Rossi, questo si era già capito. Il tecnico romagnolo ieri l’ha spiegato un’altra volta, chiamando in causa la società con garbo e altrettanta decisione. Forse si sarebbe aspettato una conferma, o un segnale, dopo la semifinale con la Juve. L’Inter non l’ha aiutato, perché solo attraverso la finale di Coppa Italia con la Sampdoria potrà raggiungere la qualificazione Uefa che Lotito ritiene l’obiettivo minimo. E allora magari dovrà attendere il 13 maggio. Ma è ovvio che le incertezze e il tempo che scorre possano creare tensioni a fronte delle conferme verbali di Lotito.
Così, quando Ilaria D’Amico, gli ha chiesto se non era tardi aspettare fine maggio per parlare di futuro, Rossi ha spiegato: «Ho già risposto, è l’ultimo dei miei problemi, la strategia la fa la società e non l’allenatore, le scelte anche. Quindi i tempi deve deciderli la società. Poi vedremo cosa succederà» .
Pensa di aver meritato la conferma?
«Penso che queste valutazioni non mi spettino. Toccano alla società, alla gente».
Sembra che non le interessi molto la conferma...
« Da diciotto anni, nella mia carriera, ho sempre allenato. Mi interessa allenare alla mia maniera e se non lo potrò fare qui, andrò a farlo da un’altra parte».
La Lazio ha le carte giuste per trattenere Zarate?
«Non so neanche io quali sono le mie carte, figuriamoci quelle di Zarate».
La Lazio ha giocato delle grandissime partite. Non pensa dovrebbero essere state sufficienti per una conferma?
«Io parto dal presupposto che sono un allenatore di calcio, non un gestore. Un tecnico deve essere valutato attraverso i risultati, ma anche attraverso altre cose: come porta avanti un progetto, come fa crescere i ragazzi, se riesce a far sì che all’interno del campo ci si ritrovi. Queste sono valutazioni. La strategia deve farla la società. L’allenatore è colui che mette in campo la strategia della società».
Non è un problema il mancato rinnovo?
«Questi sono discorsi fuori luogo. Il mio futuro si deciderà più avanti. Tutti gli altri discorsi non hanno senso » .
Ma le incertezze non creano disturbo?
« Le incertezze possono creare problemi nell’entourage. Possono togliere autorevolezza. Io continuo a lavorare. Ma non dipende da me. Non posso chiamare la società e mettermi a sedere».
Pensa che la società riscatterà Matuzalem?
« Penso che si sappia dove intervenire e migliorare, ma non faccio discorsi sul singolo. Poi dipende da come vuoi giocare, da chi devi riscattare e così via».
Lei avrà le sue idee su questa Lazio?
« Certo. Ho le mie idee su come poter migliorare. Ma non dipende da me. Stiamo parlando di gente che fa calcio da tanti anni, non da adesso » .
Ma un progetto non dovrebbe avere degli obiettivi precisi?
«Un progetto si fa, per il mio modo di vedere, di tre anni in tre anni. La strategia fa il risultato. In Italia, invece, spesso accade il contrario. Giovedì sei un fenomeno perché hai battuto la Juve, oggi meno perché abbiamo perso con l’Atalanta».
«Non posso chiamare