Quattro allenatori, gioie e addii: com'è stato il 2024 della Lazio?
Siamo agli sgoccioli di questo 2024, un anno bisestile che alla Lazio ha portato pesanti cambiamenti, in negativo prima e in positivo poi. E pensare che, come ricorda il Messaggero, l'anno era iniziato benissimo con la vittoria a Udine e quella nel derby di Coppa Italia che ha eliminato la Roma. I grandi problemi si sono avuti nei mesi di febbraio e marzo, nonostante la vittoria storica (forse la gioia più bella di quest'anno) contro il Bayern Monaco in Champions League, arrivata nel giorno di San Valentino.
Al di là della parentesi europea, si sono registrate tre sconfitte di fila (Bologna, Fiorentina e Milan) e poi il ko contro l'Udinese all'Olimpico che è stato fatale per Sarri, che decise di dimettersi dopo 1008 giorni, abbandonato dai senatori. Era l'11 marzo, Sarri lasciò Formello seguito dopo una settimana dal suo vice Martusciello, che rimase sulla panchina biancoceleste per la gara contro il Frosinone (vinta 2-3), prima di darsi il cambio con Tudor.
Col tecnico croato non è mai scattata una vera e propria intesa, ma i risultati parlano chiaro e la Lazio con lui è riuscita a qualificarsi all'Europa League con una media di 2 punti a partita. Raggiunto l'obiettivo, si è dimesso anche Tudor e con lui, nel tempo, sono andati via anche Luis Alberto, Felipe Anderson e il capitano Ciro Immobile.
In estate la squadra è stata rilevata da Marco Baroni, accolto tra lo scetticismo generale in quanto alla prima esperienza in una grande piazza e con uno spogliatoio che stava andando in mille pezzi. In poche settimane, però, anche il tifoso più perplesso ha lasciato spazio alla gioia della sorpresa: la Lazio chiude il 2024 al quarto posto, in piena zona Champions, al primo posto nel girone unico di Europa League da 97 giorni e ai quarti di Coppa Italia dopo aver battuto il Napoli. Ci sono delle sconfitte che pesano, come quella contro l'Inter (0-6), ma la classifica e i numeri parlano chiaro.