Mauri non abbassa la guardia: Lazio, sei forte ma non commettere lerrore di sentirti arrivata La Juve? Ha dei punti deboli, si può battere!"
FORMELLO – “Lazio, sei forte ma non sentirti arrivata”. Monito firmato da Stefano Mauri. Fascia di capitano sul braccio e nazionale conquistata, le conseguenze di una stagione fin qui da incorniciare per il centrocampista brianzolo. E’ diventato a suon di reti decisive (tre contro Bologna, Brescia e Cagliari) ed assist al bacio (sette, è il secondo dopo Cossu nella speciale graduatoria) uno degli uomini guida della nuova ambiziosa Lazio di Edy Reja. Leader in campo e fuori, il guastatore biancoceleste traccia un primo bilancio dell’annata biancoceleste. Lo fa parlando nella sala stampa di Formello, dove riavvolge il nastro, rivendica le potenzialità del gruppo capitolino ma avverte: “Abbiamo le qualità per restare in alto, l’abbiamo dimostrato, ma guai a sentirsi troppo bravi. Non dobbiamo pensare di essere al top, dobbiamo continuare a lavorare per migliorarci, perché quando una squadra pensa di essere arrivata al massimo è l’inizio della discesa”.
Migliorare, non sentirsi appagati, malgrado il fragoroso successo contro i Campioni d’Europa abbia consolidato certezze ed autostima: “La vittoria contro l’Inter C’ha dato tanto, soprattutto consapevolezza di essere una buonissima squadra, l’avevamo già dimostrato prima, ma questa è stata la nostra migliore gara. Abbiamo giocato una grandissima, partita tutti, lo si era intuito già dai primi minuti, e così è stato fino alla fine. Ora, però, non dobbiamo pensare di essere diventati grandi squadre. Possiamo ancora correggere delle pecche, soprattutto quando affrontiamo piccole squadre che si difendono in massa. In queste circostanze non dobbiamo commettere l’errore di attaccare tutti insieme, altrimenti si rischia di perdere, come è avvenuto con il Catania. La cosa importante è restare sempre concentrati, soprattutto in queste gare, perché abbiamo visto che con le squadre più blasonate abbiamo la mentalità giusta”.
Non si accontenta Mauri, è consapevole dei margini di miglioramento della Lazio, anche se quando si nomina la parola Scudetto torna a fare professione d’umiltà: “No, a quello non ci pensiamo, una cosa però è certa, se dovesse avvenire mi sposo”. Poi torna serio: “Sono trascorse 15 partite, non sono poche, qualcosa di buono c’è. Abbiamo lavorato bene già in estate, abbiamo continuato a farlo in questi mesi, sappiamo che è difficile rimanere a questi livelli, ma siamo fiduciosi delle nostre risorse. In generale il Milan è quella che ha più possibilità di arrivare fino alla fine in testa, ha giocatori che possono risolvere la partita in ogni momento, poi hanno trovato la quadratura per non andare in difficoltà. Noi ci troviamo in questa posizione, siamo contenti e ci stiamo divertendo”.
In bilico tra certezze e scaramanzia, anche quando si parla di Juventus-Lazio in ottica di anti-Milan: “No, manca ancora più di un girone. Loro sono una buonissima squadra, hanno dichiarato pubblicamente le loro ambizioni di Scudetto, ma noi vogliamo fare vedere che possiamo giocarcela alla pari anche con loro”.
Dopo il pareggio contro il Milan e la sconfitta con la Roma, è tornato il successo contro una grande squadra, l’Inter. Erano 7 anni che non avveniva: “Si, ma non è che vivevamo con questa pressione di dover vincere con le grandi. Ci mancava una vittoria importante, ora è arrivata, ma deve essere solo un punto di partenza”.
Mauri e la sua duttilità tattica è lo specchio di una squadra camaleontica che muove le proprie pedine in continuazione in relazione a quelle che sono le esigenze del momento: “Questo potrebbe essere un punto di forza, ma non va dimenticato che abbiamo una difesa che prende pochi gol. Se tutti si sacrificano e aiutano in fase difensiva, poi davanti si possono sfruttare le caratteristiche dei giocatori più offensivi”.
Lui in prima persona ha agito da mezz’ala, esterno offensivo e trequartista: “Non c’è un ruolo particolare che preferisco, per caratteristiche mi piace andare in mezzo al campo, non dare punti di riferimento all’avversario”
Dopo un inizio particolarmente ispirato, il numero 6 di Reja ha accusato una lieve flessione di condizione. Contro l’Inter è tornato in buono spolvero: “Mi sento bene, è dura fare 30 partite ad altissimi livello. Credo che anche in questo momento sto facendo bene, anche se ho sbagliato un paio di gol nelle ultime uscite. Ma ci sta”.
Quella contro la Juventus sarà il penultimo incontro prima della sosta (“Lo sciopero sarebbe stato eccessivo, sono contento di poter giocare”), poi sarà nuovamente tempo di mercato: “Secondo me la Lazio sta bene cosi, ma sono scelte che dovrà fare l’allenatore insieme con la società. Si dovrà vedere anche se ci saranno delle cessioni”.
Parentesi chiusa, la mente torna subito alla Vecchia Signora: “Hanno tanti punti forti, ci sono molti giocatori che possono risolvere la partita, da Krasic, a Quagliarella, passando per Iaquinta e Del Piero. Dobbiamo stare attenti, loro pressano alti e ripartono velocemente. Poi sono anche pericolosi nei calci piazzati. Hanno anche dei punti deboli, ma li dico, altrimenti si scoprono carte (ride, ndr)”.