Lazio, senti Liverani: "Era tempo di chiudere un ciclo. La società deve..."

18.11.2024 19:30 di  Andrea Castellano  Twitter:    vedi letture
Lazio, senti Liverani: "Era tempo di chiudere un ciclo. La società deve..."
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In collegamento a Radiosei è intervenuto l'ex calciatore biancoceleste, ora allenatore, Fabio Liverani, che ha parlato del nuovo momento storico che sta vivendo la Lazio. Dopo la cessione di tanti 'senatori', infatti, la società è ripartita da Baroni in panchina e da nuovi giocatori, soprattutto giovani, che fin qui stanno facendo la differenza. Di seguito le sue dichiarazioni in merito.

"È evidente che ogni società ha dei momenti storici, la Lazio per tanti anni è stata nell’Olimpo. Questo significa che la società è importante, quindi i giocatori devono sentirsi al top. Devono alzare l’asticella e crescere insieme alla squadra. Il tifoso è giusto che sogni e si affezioni, ma è altrettanto giusto che la società comprenda quando è il caso di cambiare qualcosa per ricostruire e dare entusiasmo. Ora la Lazio ha chiuso un ciclo con Milinkovic, Immobile, Luis Alberto, Felipe e credo sia stato giusto per tutti. Allo stesso tempo si è scelto un tecnico e lo si sta seguendo, mettendogli anche a disposizione giocatori funzionali".

"Guendouzi e Rovella stanno vivendo un buon momento; bene entrambi ieri. In chi mi rivedo? Come caratteristiche non ce ne sono tanti come me. Se devo scegliere un calciatore dico Nico Paz, mancino anche se gioca più avanti. Mi piacerebbe allenarlo, ha qualità e intelligenza. Il mancino ha un qualcosa in più? Si dice ma di certezze non ce ne sono, sostengono che il mancino sviluppa una parte più estrosa e fantasiosa di un destro".

"Durante i miei anni si cercavano più gli esperti, non i giovani. Oggi la Primavera si vede in tv, prima no. Io in Primavera a Viareggio facevo 20-25 gol, ora i ragazzi che ne fanno 15 sono più seguiti. C’era meno visibilità, meno attenzione alle categorie minori e quindi era più difficile arrivare in A. Il giocatore più talentuoso con cui ho giocato? Sono tanti, Nesta, Crespo, Stankovic, Mutu. Crespo aveva eleganza, era speciale, faceva gol in tutti i modi. Il più forte che ho allenato è Dia, anche se non l’ho avuto molto. Nelle mie squadre un giocatore così non l’ho mai avuto“.