Lazio, Proietti Farinelli: "Ecco come ho consigliato Stankovic. E con Eriksson..."

27.08.2024 13:00 di  Andrea Castellano  Twitter:    vedi letture
Lazio, Proietti Farinelli: "Ecco come ho consigliato Stankovic. E con Eriksson..."
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© foto di Federico Gaetano

Vincenzo Proietti Farinelli, ex calciatore ed ex collaboratore della Lazio, è intervenuto in collegamento a Radio Laziale. Oltre a parlare di Sven-Goran Eriksson, scomparso all'età di 76 anni, ha raccontato diversi aneddoti della sua esperienza in biancoceleste da osservatore. Di seguito le sue parole.

"Io con Eriksson ho avuto un rapporto bellissimo. Io ho fatto sempre l'osservatore per tutta l'era Cragnotti, senza che nessuno lo sapesse. Sono rimasto vent'anni alla Lazio, dieci da giocatori e dieci in dirigenza dopo la chiamata di Nello Governato. Nello staff degli osservatori eravamo io, Lovati, Nanni e Torrisi, Oddi è venuto dopo. All'ultimo si era aggiunto anche Vincenzo D'Amico. Poi Torrisi è passato ad allenare la Primavera. Qualche giocatore ce lo segnalava la società, sennò andavamo noi e facevamo dei report. Quando andammo a vedere Stankovic, io ho preso un volo in incognito perché c'era anche Pruzzo, a quel tempo osservatore della Roma. Nessuno sapeva niente, ero in classe normale a Belgrado mentre tutti gli altri erano in business".

"A vedere Stankovic c'era tutta Europa, come Inter, Feyenoord... Ero andato a Belgrado portato da Sergio Berti, procuratore di Stankovic. Io ho telefonato subito a Nello Governato per dirgli di correre a chiudere l'operazione per prendere Stankovic visto che c'erano tantissimi club importanti a vederlo. Con Dejan ho avuto un ottimo rapporto. La Roma invece prese Tomic perché doveva portare per forza un giocatore. Io non volevo stare insieme agli altri osservatori perché dovevo essere in incognito. Io ho avuto anche un ottimo rapporto con Mihajlovic" .

"Eriksson era un signore, avevo un rapporto splendido con lui. Lui mi aspettava sempre a Formello per un'ora e mezza, quasi due ore, quando uscivo dalla banca a Velletri per avere le relazioni. Mi invitava spesso nel suo studio, leggeva quello che scrivevo e poi sentiva a voce, per mezz'ora/quaranta minuti, tutte le varie situazioni sui giocatori. Quando andò via dalla Lazio, lui mi chiamò e mi disse: 'Proietti, se io tornerò ad allenare in Italia, lei tornerà a lavorare con me'. Purtroppo non è più tornato".