La parola alla moglie di Breno: "Non ho mai avuto storie con l'ex manager... Avevamo firmato un pre-contratto con la Lazio"

Una relazione con il manager. L'improbabile difesa del marito racchiusa nella frase: "Sembrava posseduto dal demonio". In poche parole a parlare è Renata Borges, la moglie di Breno, per intenderci l'obiettivo di mercato n.1 per la difesa biancoceleste, "bruciato" causa incendio della villa in cui viveva in affitto. Incendio che gli è costato una condanna a 3 anni e 9 mesi di reclusione. Magari per la casa non c'è molto da fare, ma per la famiglia chissà. Intanto il figlio Pietro, 3 anni, avrebbe chiesto quando il padre tornerà dal lavoro. Pare che Breno non sia innocente. Il figlio sicuramente lo è. E meriterebbe rispetto, che non è mai troppo. A Renata, durante il procedimento, gli avvocati hanno consigliato di rimanere in silenzio. Ma la "prigione psicologica" in cui l'attenzione mediatica l'ha rinchiusa, solo psicologica la sua, evidentemente consente evasioni, come la lunga intervista a Globoesporte.com. "Penso sia giunto il momento che la gente sappia la verità". Ha pensato al peggio, Renata, per 20 minuti ha pianto il marito come morto di fronte alle fiamme di casa sia. Il giorno dopo l'incendio (19 settembre 2011 ndr) Breno avrebbe dovuto subire il quarto intervento chirurgico al ginocchio (il che avrebbe dovuto fa riflettere, al di là della vicenda processuale, sull'integrità fisica del calciatore ndr). Psicologicamente a pezzi, a stipendio ridotto: dopo 45 giorni senza lavorare in Germania si beneficia "soltanto" di un'assicurazione di 10000 € (in tempi di crisi veramente cifre da depressione ndr). Due birre, una bottiglia (!) di Porto, un whisky, e Breno al ritorno sembrava "completamente impazzito". Impazzito forse no, ubriaco di certo. "Quando tornò a casa, guardò nostro figlio (primo riferimento ai bambini ndr) che dormiva, e mi ha chiesto di prendermi cura di lui". Secondo riferimento all'innocenza. Vedi alla voce "sarebbe meglio non metterli in mezzo". Renata è madre di Izabela, Flavio, e Pietro, ma solo Pietro è figlio di Breno. Ora vive in un piccolo appartamento di 50 metri quadri a Monaco di Baviera e, secondo quanto riporta il sito brasiliano, "lotta per recuperare i beni materiali, ma anche per dimostrare l'innocenza del marito". Ma anche. Beni materiali, ma anche l'innocenza del marito. L'avv. Werner Leitner, la difesa di Breno, è stato molto criticato da Miss Borges: forse perchè ha rivelato la presunta relazione con Guilherme Miranda, ex manager del difensore centrale. Anche il San Paolo avrebbe negato la "tresca".
1 ANNO DOPO - Breno, 1 anno dopo, la moglie: "Mi è stato proibito di parlare. Avrei voluto parlare prima, ma mi è stato consigliato dal Bayern Monaco e da Werner Leitner di non rilasciare alcuna dichiarazione. Ma ora penso che sia il momento di far conoscere la verità". Ed eccola, la "verità" di Renata: "Breno ha ricevuto la notizia che avrebbe dovuto subire il quarto intervento al ginocchio sinistro. Quando arrivò a casa, mi ha invitato a pranzo in un ristorante perché era molto triste e voleva rilassarsi un pò. L'ex manager Guilherme Miranda era con noi, l'avrebbe accompagnato in ospedale per l'intervento chirurgico. Breno ha iniziato a bere birra e l'ho lasciato perchè sono dovuta andare a prendere i miei figli a scuola (secondo riferimento ai bambini ndr). Alle 17.00 l'ho chiamato e stavamo tornando a casa". Ora Breno divide la cella con uno spagnolo, lavora in lavanderia, il vice direttore del carcere dice che potrebbe avere una riduzione della pena per buona condotta. Per l'accusa Breno ha bevuto una bottiglia di Porto a casa. "È stato accusato di bere ogni giorno, ma come una persona può bere ogni giorno e allenarsi? Dopo il vino, ha aperto una bottiglia di whisky. Guillermo (Miranda, ndr, sempre il 'presunto' amante) non beveva, ma Breno beveva troppo. Mi ricordo che avevo paura, e gli dissi di smettere, perchè si sarebbe dovuto operare il giorno successo. Ma lui non mi ubbidiva più. Mi ricordo che mi ha detto di fargli una bistecca. Non avevano senso le sue parole. Arrivò Rafinha, che poi è andato all'Oktoberfest. Ma Breno non era con loro. Ad un certo punto ha cominciato ad avere allucinazioni, e a dire che doveva aiutare i suoi amici e Rafinha, sul viale di casa nostra in pantaloncini cominciò a rotolarsi per terra. Quando ho visto l'incendio, ho urlato ai poliziotti di salvare mio marito".
UN ATTIMO PRIMA - "Aprì la finestra della camera per buttarsi di sotto. L'ho abbracciato e pregato. Ma lui ci ha provato di nuovo, e questa volta non riuscivo più a tenerlo (...). E' caduto da un'altezza di quattro metri. Poi si alzò e cominciò a correre, gridando che Rafinha (ex Genoa, ndr) aveva bisogno di aiuto. Poi ha preso un grosso coltello. Guillermo mi ha detto di uscire di casa con i bambini (terzo riferimento ai bambini ndr) perchè era troppo ubriaco e poteva accadere il peggio. Ho svegliato i bambini e li ho messi in macchina, ancora in pigiama. Ho visto molte bottiglie rotte e la bicicletta gettata per terra. Ho chiesto aiuto, mi sono fermata in un angolo in macchina, era quasi mezzanotte. In seguito ho visto moltissime auto della polizia andare verso casa mia. Ho pensato: 'Breno si è ucciso'. Quando sono arrivato di fronte casa mia, ho visto l'incendio. Mi sono inginocchiata e ho pregato i vigili del fuoco di entrare in casa, ho pianto per 20 minuti la morte di Breno. Poi è arrivato Rafinha, si è messo a piangere e a chiedere ai vigili di entrare in casa. Poi è arrivato un poliziotto e ci ha detto che Breno era vivo. Era dentro l'auto della polizia a testa bassa, non potevo avvicinarmi a lui. Sono andata a casa Rafinha con i vestiti dei miei bambini (quarto riferimento ai bambini ndr) e i pigiami. Breno era in ospedale, mi ha chiamato chiedendomi perchè non ero lì con lui e che cosa era successo, non ricordava nulla. Ha detto che non trovandomi a casa, non trovando i bambini (quinto riferimento ai bambini ndr) era impazzito, pensando non ci fossi più. Non ricordava nulla dell'incendio".
POSSEDUTO - Breno fumava narghilè, non sigarette, sicuramente aveva con sè accendini, ma non ricorda minimamente di averli consegnati alla polizia. Non ha parlato durante il dibattimento. Ma al telefono con un amico si, eccome. E la chiamata è stata intercettata dalla polizia. "Quando ho detto che Breno sembrava posseduto dal demonio, il telefono era già sotto controllo. La polizia ha sentito una chiamata di 1 h e 40 con un mio amico e ha registrato. A lui ho detto la verità, e ho effettivamente detto che Breno sembrava posseduto". Che, come linea difensiva squisitamente coniugale, è veramente ideale. Curiosamente l'avvocato difensore non ha mai voluto che Renata parlasse a favore del marito: "Ci ha trattato come criminali. Non abbiamo potuto parlare al telefono, pubblicare nulla su Facebook e Twitter. Vivevo in una prigione psicologica. Dopo il suo arresto ho vissuto 12 giorni di tortura, non sapevo che stava succedendo, il Bayern ha pagato 500.000 € di cauzione per liberarlo, io non avevo nulla". La difesa l'ha accusata di essere causa della depressione del calciatore, per via della sua relazione con l'ex manager. Nulla di vero, a quanto pare: "La relazione con il manager Miranda è una grande bugia. Breno è una persona meravigliosa (quando non è posseduto, ndr). Abbiamo sempre vissuto molto bene. L'avvocato ha inventato questa storia perchè pensava sarebbe stata una buona difesa". Delle due l'una. O l'avvocato di Breno "a fin di bene", pur di tirarlo fuori di prigione, si è inventato tutto, e allora la mogliettina del calciatore l'ha appena sbugiardato clamorosamente, minando qualsiasi credibilità difensiva del calciatore stesso. Linea difensiva non male, trasformiamo la famiglia del mulino bianco in una storia sordida di corna e depressione, l'assistito ne trarrà giovamento. O a inventare tutto è un'altra persona, che sta costruendo magicamente per sè l'immagine di moglie e madre perfetta, e per suo marito quella di "difeso da un bugiardo, simil-indemoniato che di notte va in giro in preda ad allucinazioni". Come difesa di una persona meravigliosa, non c'è che dire, niente male. "L'avvocato ha inventato tutto per darmi la colpa. Non ero l'amante di Guilherme, non lo sono mai stata. Ho pensato che la difesa di Leitner fosse sbagliatA, ha fatto tutto quel voleva. Adesso lui non è più sul caso, abbiamo cambiato avvocato. Non abbiamo potuto restituire i 500.000 € della cauzione al Bayern".
LAZIO - Ed ecco a voi, la Lazio: "Quando stava finendo il contratto con il Bayern abbiamo fatto un pre-contratto con la Lazio. Avrebbe giocato lì. Eravamo sicuri che non sarebbe stato arrestato e che la nostra vita sarebbe cambiata. Abbiamo pensato che sarebbe stato condannato sì, ma che avremmo dovuto pagare per i danni causati in Germania. Ho anche cose per l'Italia, vestiti e giocattoli per i bambini (sesto riferimento ai bambini ndr). Non mi piace parlare del Bayern. Ora sono senza vestiti, documenti, oggetti personali ... Divertente come a volte pensiamo che alcune cose sono difficili nella vita. Ma le cose peggiorarono. Ho pianto così tanto, perché ho perso tutto, pensavo questo è merda, poi ho pensato: 'Mio marito è stato arrestato'. Non ho vestiti, scarpe, documenti, assolutamente nulla. Ho scoperto che ho solo bisogno di vivere. Ora sto avendo problemi con i bambini (settimo riferimento ai bambini ndr) in età scolare, a causa dei documenti. Non mi piace parlare del Bayern ". Renata Borges va a trovare Breno "Tra 15 giorni mi recherò in visita per un'ora. Viene trattato bene. Era depresso, ha deciso di lavorare in lavanderia, si allena e va in bicicletta. Ora hanno permesso visite, prima erano faccia a faccia con un vetro in mezzo come se fosse un criminale. Ci ho portato i bambini (ottavo riferimento ndr) la scorsa settimana. Pietro ha chiesto a Breno di venire con noi, visto che aveva già lavorato molto. Gli avevamo detto che Breno stavo lavorando, abbiamo pianto molto. Ora sto organizzando questo appartamento di 50 metri quadrati, piccolo, ma tranquillo. Certi giorni mi chiedo: "Dio, come faccio?". Ma arriva una forza da dentro, da Dio, e posso fare tutto. Portare a scuola i bambini (nono, ndr) , preparare il cibo. Avevo delle proprietà in Brasile, ma ho venduto tutto per sopravvivere qui. Mi auguro davvero che il processo sia rivisto.Voglio che la giustizia si renda conto che siamo una bella famiglia e mio marito non è un criminale". Forse certe storie meriterebbero un trattamento diverso. Giuridico, mediatico. Forse certe storie avrebbero bisogno di silenzio, che copra e portegga gli innocenti. O forse, semplicemente, i consigli dell'avvocato difensore no, non erano poi così male.