L'AVVERSARIO - Sampdoria, un nuovo marinaio per riemergere a galla

La barca stava affondando, il marinaio era in difficoltà. La Sampdoria alla deriva, ed è stato necessario un cambiamento. Addio a Ciro Ferrara, protagonista di un ottimo inizio di stagione nel quale i blucerchiati raccolsero 11 punti nelle prime 5 gare, con la ciliegina del blitz esterno alla “prima” in casa del Milan e un filotto di altre due vittorie. Poi una parabola discendente significativa, difficile da arrestare. Una sanguinosa striscia di 7 sconfitte in fila, poi la vittoria del derby. Si pensava fosse la chiave di volta, ma il trend non è cambiato ed è stato necessario il cambio tecnico. In panchina è arrivato Delio Rossi, che esordirà domani. Cinque stagioni in biancoceleste, al Marassi sarà amarcord per il tecnico riminese.
STORIA – La Sampdoria nasce il 12 agosto del 1946 dalla fusione delle due compagini, Sampierdarenese e Andrea Doria, nella città di Genova, sede dello sbarco di un nuovo sport chiamato football. Nel secondo dopoguerra il calcio fu un veicolo per risollevarsi dalle ceneri di un conflitto orribile, la Sampdoria mosse i primi passi all’ombra del leggendario Genoa, raggiungendo puntualmente posizioni di media alta classifica. Nel 1966 un’annuale esperienza in cadetteria, replicata nel 1977 (ma stavolta in B resterà per 5 stagioni). I primi successi arrivano sotto la presidenza di Paolo Mantovani: 3 Coppe Italia nel 1985, 1988, 1989, la Coppa delle Coppe l’anno seguente. Era la leggendaria Sampdoria di Vujadin Boskov, Campione d’Italia nel 1990-91 grazie alle prodezze dei gemelli del gol Roberto Mancini e Gianluca Vialli. Una squadra formidabile, capace la stagione seguente di avanzare in Coppa Campioni arrendendosi solo in finale, ai tempi supplementari, per mano del Barcelona. Il potere della Sampdoria si ridimensionò. Una quarta Coppa Italia nel 1994 e due parentesi in B. Due stagioni fa si rese protagonista di una cavalcata prodigiosa, assestandosi in zona Champions League a gennaio. I tifosi rivivevano nella coppia Cassano-Pazzini le gesta di Mancini e Vialli, ma in quella finestra invernale lasciarono Genova e la Samp piombò in B, centrando poi la promozione al primo colpo.
CURIOSITA’ – Nella prima e unica finale di Coppa Campioni della Sampdoria, il 20 maggio del 1992 nel tempio di Wembley, 30000 tifosi doriani seguirono la squadra per assistere alla gara contro il Barcelona. I colori sociali nascono da un mix di quelli delle due squadre coinvolte nella fusione, Sampierdarenese e Andrea Doria. Il simbolo è la baciccia (diminutivo di Giovan Battista), tipico pescatore genovese con berretto, pipa e capelli al vento. Il record di presenze appartiene a Roberto Mancini (566), che è anche il massimo bomber con 173 reti. Lorenzo De Silvestri è cresciuto nelle giovanili della Lazio militando nelle fila biancocelesti sino al 2009; Delio Rossi ha allenato la Lazio dal 2005 al 2009 conquistando una Coppa Italia nella sua ultima stagione.
SQUADRA – Delio Rossi, all’esordio sulla panchina blucerchiata, opterà probabilmente per un 4-3-1-2. I pali sono difesi dall’argentino Romero, nel giro della Nazionale di Sabella. Linea a quattro con l’ex promessa del Brescia Berardi e Costa sugli esterni mentre al centro rientra lo squalificato Gastaldello, elemento d’esperienza, accanto a Rossini, che sta deludendo le attese dopo una buona stagione in B. Centrocampo a tre di pura grinta e corsa, tre ottimi interditori con piedi buoni, Maresca trascina la squadra in regia, si rende pericoloso sui calci piazzati, è un punto fermo. Ai suoi fianchi l’incursore Poli, tornato in blucerchiato dopo aver floppato all’Inter e la diga classe ’92 Obiang, una delle sorprese della nuova Serie A, nel mirino di diversi top club Il serbo Krsticic sarà il punto di incontro tra mediana e attacco, incaricato di fornire assistenza al rapido Eder e al talentuoso Icardi.
BONUS&MALUS – La difesa della Sampdoria finora non ha offerto garanzie importanti. Il nuovo ds Osti in gennaio provvederà a rinforzare il reparto, è la quart’ultima retroguardia del campionato, anche se tra le mura amiche subisce di meno (solo 9 reti subite). Manca un elemento di spessore dietro, Klose e compagnia possono perforare con azioni corali ben congegnate il muro eretto da Rossi sia con palla a terra, sia con cross dal fondo. A centrocampo la Sampdoria forse vanta più muscoli, ma il solo Maresca si distingue per piedi buoni.. La Lazio può attaccare sui fianchi contro il 4-3-1-2 cercando gli uno contro uno e sfruttando la stanchezza che potrebbe sopraggiungere per i due intermedi di centrocampo, sfiancati dalla battaglia in mediana. In avanti la Sampdoria soffre l’assenza di Maxi Lopez, le due punte sono molto rapide e non concedono punti di riferimento. Ciani, nonostante le ultime prove positive, potrebbe entrare in difficoltà nell’uno contro uno. Attenzione alle ripartenze in velocità e alle transizioni difensive.
OCCHIO A…- Eder è la cartina di tornasole di questa squadra. Il brasiliano si accende e spegne a intermittenza, ha segnato finora solo due reti, impiegato da esterno del tridente di Ferrara. Da seconda punta giocherà più vicino alla porta, sfruttando la sua rapidità ed imprevedibilità per lanciarsi a rete.
PROBABILE FORMAZIONE – (4-3-1-2): Romero; Berardi, Rossini, Gastaldello, Costa; Obiang, Maresca, Poli; Krsticic; Eder, Icardi. All.: Rossi.